Sei secoli di storia vista discarica. Visita guidata lo scorso fine settimana nel Parco Archeologico dell’Inviolata dove sono in fase avanzata gli scavi di recupero e salvaguardia di un’antica necropoli romana nella quale sono stati già rinvenuti oltre diecimila reperti archeologici.
Promossa da Italia Nostra e dall’Associazione Amici dell’Inviolata, su concessione della Soprintendenza dei Beni Archeologici del Lazio, la visita è stata guidata da Filippo Avila, l’archeologo che sta curando gli scavi. Una visita speciale, concessa grazie all’autorizzazione della Ecoitalia 87 di Manlio Cerroni, in quanto rivenuta a ridosso della seconda discarica del Lazio e quindi in una proprietà privata. Scavi finanziati dallo stesso gestore della discarica con un importo di 250mila euro che hanno portato alla luce un vero e proprio tesoro dell’antichità, con centinaia di tombe risalenti ad un periodo che va dal II secolo a.C al IV d.C. Fondi limitati per interventi del genere che hanno permesso al professor Avila di riportare alla luce 80 metri di strada in travertino e basalto. Un tratto della Tiburtina Cornicolana perfettamente conservato. Un vero e proprio viaggio nella storia con la vecchia consolare che collegava l’antica Roma alla Sabina per poi proseguire sulla via della transumanza che dall’Abruzzo arrivava sino alle Puglie.
Parco Archeologico dell’Inviolata nel quale nel 1994 venne rinvenuta la Triade Capitolina che dopo diverse peripezie sarà esposta nel museo allestito nell’ex convento San Michele di Montecelio a partire dal prossimo 5 aprile. Una mostra nella quale si potranno ammirare anche diversi dei reperti portati alla luce dagli scavi che si protraggono dal 2008. Tombe cappuccine, antiche cisterne, epigrafi, monete e urne funerarie già depredate nel Medioevo rinvenute alla luce a ridosso di uno degli scoscesi della collina di 147 metri costituita dal sesto invaso della discarica di Guidonia.
Mauro Cifelli