Villa Torlonia, strutture pericolanti e verde trascurato. Nel giardino romano al civico 70 di via Nomentana il Casino Nobile è recintato dalla nevicata del mese scorso, a causa del crollo di una parte dei cornicioni. Stessa situazione per il Tempio di Saturno reso off limits da recinzioni e cartelli di pericolo. Inoltrandosi nella parte del parco che affaccia su via Siracusa, si costeggia il cantiere interno alla villa. Qui i percorsi non sono definiti, le radici degli alberi hanno sollevato il terreno creando dossi e dune e l'area non appare curata. L'odore conferma la presenza di rifiuti. Si trovano ancora segnali di pericolo e la muratura interna è piena di graffiti, bottiglie e cartoni, il tutto vicino all'area giochi.
«Cerco di controllare mio figlio il più possibile, perché i bambini toccano tutto e ci sono parti del parco dove è meglio non avvicinarsi» ci dice una mamma. Le fontane sono senz'acqua e il cantiere per i lavori della galleria ipogea è aperto da molto tempo e non si hanno certezze sulla fine. Anche qui ci sono tracce di rifiuti. «Vengo tutti i giorni, ma non mi addentro perché ho paura che mi possa cadere qualche rudere in testa» ci dice un signore. Proprietà della famiglia Pamphilj e successivamente dei Colonna, la villa è stata acquistata agli inizi dell'800 da Giovanni Torlonia che da tenuta agricola le conferisce l'assetto attuale. In età moderna, dopo essere stata dimora di Mussolini, Villa Torlonia ha vissuto un periodo di decadenza fino al 1978 anno in cui viene acquistata dal Comune di Roma che ha il compito della manutenzione dell’area.
Paola Filini