Per negligenza, imprudenza e imperizia avrebbero causato la morte di Virgilio Nazzari, il 52enne il 23 settembre 2010 all'ospedale Villa San Pietro Fatebenefratelli. Per questa accusa cinque medici della struttura sanitaria sono stati rinviati a giudizio per omicidio colposo dal gup Maria Bonaventura.
Il processo nei loro confronti avrà inizio il 24 settembre prossimo. Secondo l’accusa l’uomo sarebbe morto in seguito ad un intervento chirurgico per l'asportazione del rene sinistro. Nel corso dell’operazione sarebbe stata erroneamente chiusa l'arteria mesenterica confusa con l’arteria renale. Tale errore avrebbe determinato la necrosi di alcuni organi (intestino, milza, colecisti e pancreas) provocando la morte del paziente dopo una agonia di 36 giorni e dopo avere subito sei operazioni. “Attendevo con ansia l'inizio del processo a carico dei medici – commenta la vedova, Graziella Nazzarri – ed in particolare del chirurgo che ha operato, ovvero Simone Vita. Non mi capacito ancora oggi come il chirurgo possa aver commesso un errore così macroscopico e soprattutto non averlo riconosciuto nelle ore immediatamente successive così da poterlo rioperare subito per salvarli la vita”.
“Siamo soddisfati per il rinvio a giudizio del chirurgo che materialmente ha eseguito l'intervento – ha commentato il legale di parte civile Francesco Lauri – mentre alcuni degli altri medi non meritavano di finire sotto processo poichè oggettivamente estranei ai fatti”.