Il segreto di Clini: l’inceneritore si farà

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Sono state sbloccate le procedure sul termovalorizzatore di Albano. Sono bastate queste nove parole del ministro Clini, riportate dall’Ansa, per scatenare un putiferio di azioni e controreazioni sul progetto di Roncigliano: dalla Pisana ai Castelli, passando per Campidoglio e No Inc, incredibile il botta e risposta politico. Ma andiamo per gradi.

La famigerata dichiarazione “cliniana” è stata pronunciata ieri in audizione alla commissione Ecomafie, trattando le soluzioni per la gestione rifiuti nella Regione Lazio pure in previsione delle ipotetiche problematiche di Roma per la chiusura di Malagrotta: «Ho avuto notizie, ma per le vie brevi – ha detto il ministro a proposito dell’inceneritore di Roncigliano -. Era pendente una procedura del Consiglio di Stato che è stata sbloccata e che quindi la costruzione dell'impianto può riprendere». Ma come è possibile se lo stesso Consiglio di Stato si è pronunciato a fine febbraio e la sentenza deve rimanere secretata 60 giorni? La stessa domanda se l’è fatta anche il referente legale del No Inc Castri: «A oggi la quinta sezione del Consiglio di Stato – ha raccontato all’Agenzia Dire – non ha ancora pubblicato la sentenza relativa. Le affermazioni del ministro Clini costituiscono violazione di segreto istruttorio, violazione di segreto della Camera di Consiglio e integrano ipotesi di abuso di potere. Chiediamo al ministro quali siano le “vie brevi” che sostengono queste affermazioni e di conoscere il numero della sentenza e la relativa data di pubblicazione che, secondo i termini di legge, ancora non ha avuto luogo. Restiamo fiduciosi in attesa della sentenza del Consiglio di Stato».

Subitanee precisazioni anche dalle stanze di Palazzo Savelli: «In riferimento alla recenti dichiarazioni sull'inceneritore il Comune di Albano non può e non deve, come istituzione, rispondere alle indiscrezioni che da qualche giorno circolano sui media. Anche perché ci lascia perplessi l'ipotesi che il Consiglio di Stato possa ribaltare una sentenza così fortemente motivata come quella del Tar che ne ha bloccato la costruzione». Più veemente il pensiero dell’assessore all’Ambiente Fiorani: «Non è la Regione che scrive le sentenze. Attendiamo comunicazioni ufficiali dal Consiglio di Stato ma non vorremmo ci sia in atto una forzatura per rimettere in campo un progetto inutile e dannoso». Critici anche i consiglieri regionali Radicali Rossodivita e Berardo: «Ci auguriamo che le vie brevi di Clini siano malinformate, perché il gassificatore di Albano è assolutamente inutile». Felice come una Pasqua Alemanno: «Accolgo con favore la notizia circa lo sblocco, davanti al Consiglio di Stato, del ricorso contro la costruzione del termovalorizzatore di Albano. Ovviamente, attendiamo che la sentenza venga depositata. Ma, se le indiscrezioni sono vere, si tratterebbe di una buona notizia». E sull’emergenza rifiuti il primo cittadino capitolino ha rimarcato: «Tutti devono fare un passo indietro altrimenti succede quello che e' avvenuto a Napoli dove per 20 anni non sono state prese scelte chiare». Alemanno medesimo, finito con Polverini nel mirino di Montino, che sull’emergenza rifiuti nel Lazio ha detto: «All'origine di tutto c'è l'atteggiamento pilatesco del sindaco di Roma. Ha preteso di non scegliere, ha scelto di scaricare le proprie responsabilità sulla Regione ».

Opposto infine (sempre in relazione alla realtà laziale) il pensiero della Polverini: «Credo che insieme al ministro l'importante è trovare una soluzione perché la discarica di Malagrotta non è più prorogabile e quello che dobbiamo evitare è che si vada in emergenza. La Regione come ha supportato tecnicamente il ruolo del commissario, al tempo stesso collabora per trovare una soluzione insieme al ministro che ricordo ha potuto apprezzare che dopo otto anni c’è un piano rifiuti che era alla base della procedura di infrazione».

Marco Montini

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