Meno due giorni alla scelta del sito che andrà a sostituire Malagrotta e nella squadra tecnica predisposta dal ministro Cini è ancora braccio di ferro tra il prefetto Pecoraro e il Mibac. Quest'ultimo nei giorni scorsi era tornato a ribadire l'impossibilità di realizzare una discarica nel sito di Corcolle scatenando così la reazione di Pecoraro.
Negli uffici del commissario per l’emergenza rifiuti è trapelata la notizia della presenza di un documento, datato 15 giugno 2010, in cui la Soprintendenza ai Beni Archeologici esprimeva parere favorevole su una richiesta presentata dalla società Pozzolana Srl, titolare dei terreni, in cui si confermava: «Gli accertamenti archeologici emersi da questo ufficio sono stati completati e sono risultati archeologicamente sterili». Un pronunciamento che giustificherebbe l'arrivo anche dei rifiuti. Ma per la Soprintendenza per i Beni archeologici di Roma quel documento non ha alcuna relazione con la situazione di oggi. «Nel 2010 la Soprintendenza autorizzò un progetto completamente diverso. Il nulla osta di questo ufficio a cui fa riferimento lo staff tecnico del prefetto Pecoraro del 10 giugno 2010, quantunque riferibile alla medesima località, non riguarda in alcun momento il progetto di discarica alternativa a quella di Malagrotta – attualmente in esame – bensì al progetto completamente diverso di un Impianto per discarica per rifiuti inerti e recupero ambientale con terre da scavo, presentato con ben altra finalità dal Comune di Roma. Il via libera – continua – riguardava un intervento di recupero ambientale di una collina, in passato erosa da una cava, mediante accoglimento di soli materiali inerti, cioè terre di scavo, e riguarda un’estensione ben ridotta rispetto al progetto commissariale. Inoltre – sottolineano dalla Soprintendenza – l’intervento approvato, lungi dal confliggere con i presupposti per la tutela dell’area di Villa Adriana e del circostante contesto archeologico, risultava pienamente in linea con la normativa vigente per l’area in questione, potendo anzi costituire un virtuoso processo di recupero di un ambito paesaggistico in precedenza devastato».
Stesso braccio di ferro si profila anche su Riano dove proseguono, dopo l'interruzione della scorsa settimana, i rilievi dei tecnici incaricati. Finora gli studi hanno confermato quanto denunciato dai comitati: nell'area delle cave c'è acqua e a una profondità troppo bassa per escludere il rischio di un inquinamento. Come ha confermato il ministro Clini restano aperte anche le altre strade già delineate nel piano rifiuti della Regione e tra queste prende forza l'idea di Monti dell'Ortaccio.
Domani alle ore 15 “Il popolo della nebbia – No alla discarica dei Monti dell'Ortaccio” protesterà contro tale ipotesi montando la “tenda della Speranza” di fronte alla sede del ministero dell’Ambiente in viale Cristoforo Colombo 44 per dire al ministro Clini «di non penalizzare per l’ennesima volta il popolo della nebbia, quello che vive tra i fumi di discariche, gassificatore, inceneritore, raffineria e altri impianti industriali, e di far morire – stavolta definitivamente – la nostra amata Valle Galeria». In mattinata i presidenti dei Municipi XV e XVI, Giovanni Paris e Fabio Bellini incontreranno i cittadini per esporre le ragioni del no. Il sit in di domani anticiperà di un giorno la grande manifestazione contro le discariche che si terrà giovedì davanti alla sede del ministero in concomitana con il tavolo tecnico su Malagrotta bis.