Sale la tensione e la preoccupazione per la sorte di Claudio Colangelo, il 61enne ricercatore di Rocca di Papa sequestrato nella regione indiana dell’Orissa assieme a un altro connazionale. Ieri sera, mentre andavamo in stampa, scadeva il secondo ultimatum fissato dai guerriglieri maosti che avevano posto al governo indiano tredici condizioni per il rilascio dei due italiani. Ultimatum poi che è stato prorogato fino a stesera alle 18, socondo l’emittente Ibn Cnn.
Intanto ieri mattina il capo degli autori del sequestro, Sabyasachi Panda, ha diffuso un messaggio audio in cui si sottolineano come i due italiani «stiano bene e mangino». La cittadina castellana, intanto, si è stretta attorno alla moglie e ai due figli di Colangelo, rispettandone lo stato d’animo e il riserbo perché «qualsiasi azione può compromettere le trattative». Forse anche per questo motivo i concittadini di Colangelo non hanno voluto dare il via ad azioni dimostrative o gesti plateali come si era pensato in un primo momento (c’era l’idea di esporre uno striscione sulla nuova sede del Municipio), forse anche su indicazione della stessa famiglia del ricercatore. Tutti rimangono in attesa di notizie dalla Farnesina, a cominciare dal primo cittadino di Rocca di Papa Pasquale Boccia che sta cercando di “fare da filtro” tra la “curiosità” mediatica che cinge la stessa abitazione dei Colangelo nella parte bassa della cittadina e le ore di angoscia che vive la famiglia stessa.
Tiziano Pompili