Taglio dell’acqua a chi non paga

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Il Coordinamento Comitati Castelli Romani per l’acqua pubblica ha espresso tutta la sua preoccupazione in una lunga nota in cui denuncia gli «orrori» del nuovo regolamento di utenza di Acea Ato 2 spa, che verrà presentato alla prossima conferenza dei sindaci.

Per il Coordinamento si tratta di «una serie di norme che rafforza il potere di Acea di tagliare l’acqua unilateralmente, lasciando centinaia di famiglie a basso reddito senza un servizio essenziale, creando una situazione di possibile emergenza sanitaria senza precedenti». Nella nota i comitati chiedono una presa di posizione ferma e precisa da parte dei sindaci del territorio, che nei prossimi giorni saranno chiamati a discutere questa bozza di regolamento di utenza e allo stesso tempo si appellano poi al presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti affinchè «spenda una parola di chiarezza» sul tema.

Il Coordinamento, poi, denuncia in maniera certosina tutti i punti più “scabrosi” del regolamento stesso. «L’articolo E.1.6, per esempio, continua a mantenere la pratica del distacco per morosità su decisione unilaterale del gestore. Anzi, rispetto al regolamento attuale, il taglio dell’acqua per chi non è in grado di pagare le tariffe illegittime di Acea ne esce rafforzato». Ma non finisce qui: il nuovo regolamento prevedrebbe “la piombatura” e “la rimozione del contatore” a discrezione del gestore. «Un’azione – sostengono dal Coordinamento – che fisicamente tende ad eliminare il diritto di accesso all’acqua potabile» con la conseguenza che le famiglie morose potrebbero vedersi togliere la possibilità di usufruire di un bene fondamentale. «Ricordiamo a tutti – dicono dal Coordinamento – che il tribunale di Latina ha dichiarato nei mesi scorsi vessatoria, e quindi illegale, la clausola del regolamento idrico dell’Ato 4 che prevede il distacco per morosità. Correttamente i magistrati hanno sottolineato che prima di esercitare un’azione di forza di questa portata, il gestore deve obbligatoriamente richiedere la valutazione di una parte terza, come, ad esempio, il giudice di pace. Se questo principio giuridico vale per la provincia di Latina, non capiamo perché non possa essere applicato in tutta la regione Lazio».

Un altro passaggio messo “sotto accusa” dal Coordinamento Comitati Castelli Romani per l’acqua pubblica è il punto B1.5 in cui si prevede «la facoltà per Acea di installare riduttori di pressione nelle zone dove arriva poca acqua (gran parte dei Castelli romani, ndr). La spesa per la vasca di accumulo, necessaria per poter usare l’acqua dopo l’installazione dei riduttori, sarà a carico dei “clienti”, che dovranno esborsare migliaia di euro per i lavori di adeguamento degli impianti idrici». Non solo: con il nuovo regolamento Acea «potrà entrare nelle proprietà private senza preavviso per controllare contatori che, per legge, non sono di sua proprietà. La titolarità degli acquedotti fino al misuratore è infatti dei Comuni, mentre Acea ha esclusivamente una concessione che le permette di utilizzare la rete, contatori compresi». E infine l’articolo B1.7 prevedrebbe solo qualche euro di rimborso «senza altro indennizzo di sorta» nel caso di interruzione del servizio per un periodo superiore ai 15 giorni. «Se la punizione per chi ritarda il pagamento è alta (la rescissione del contratto, ndr), quasi nulla accade quando Acea non rispetta i parametri minimi di servizio» concludono dal Coordinamento Comitati Castelli Romani per l'acqua pubblica.

Tiziano Pompili

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