Nei giorni scorsi i due consiglieri comunali di Mentana dell'Udc e i due della lista civica del sindaco Altiero Lodi hanno presentato una mozione in cui chiedono l'azzeramento della giunta. Pronta è arrivata la reazione del Partito Democratico che ieri in una nota stampa ha precisato che se gli accordi dovessero saltare sarebbe inevitabile il ritorno alle urne. L’accordo prevede che il Pd esprima tre assessori di cui vengono specificate le deleghe, attualmente assegnate a Maurizio Ciccolini, Roberto Baccani e Maria Rendini. I democratici non sono così disposti a far parte di una maggioranza diversa da quella decretata dalle urne, né a rinunciare alle deleghe concordate nella fase pre-elettorale. «E' stato solo grazie all’accordo politico con il Pd che l’Udc ha potuto far eleggere Lodi a sindaco di Mentana » – si legge nel documento. Il Pd spiega, inoltre, che «nel momento in cui quell’accordo venisse violato, non esisterebbero più i margini per amministrare Mentana insieme all’Udc. L’azzeramento della giunta significherebbe la fine dell’alleanza». Il Partito Democratico sottolinea, infine, che «in questo primo anno di governo ha amministrato con serietà e lealtà nei confronti degli alleati, cercando sempre, in giunta e in Consiglio comunale, la condivisione di scelte e atti, nel massimo rispetto dei ruoli, senza dar spazio a personalismi o interessi di parte» e invita i quattro consiglieri comunali che hanno firmato la mozione «a riflettere bene sulle conseguenze che tale atto potrebbe avere. Tornare alle elezioni significherebbe tradire la fiducia degli elettori. I mentanesi capirebbero subito che i motivi di tale marcia indietro sono personali e non politici e alle urne punirebbero sonoramente i protagonisti di quello che sarebbe un vero e proprio golpe nel totale disprezzo della volontà popolare».