La sfida della differenziata , e lo scoglio degli impianti

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La raccolta differenziata andrà avanti di pari passo con la costruzione degli impianti industriali per lo smaltimento e il recupero. Più risorse per aumentare il porta a porta, sito provvisorio per il post Malagrotta entro il 30 aprile e quello definitivo entro il 30 giugno. E poi valutare eventuali ritocchi alle tariffe di Roma, che sono tra le più basse d'Italia.

Queste le linee direttive annunciate ieri dal ministro Clini per far fronte all'emergenza rifiuti. La prima risposta è arrivata dalla giunta regionale che ha approvato le Linee guida perla gestione della raccolta differenziata. «È un passo importante, è la prima volta che nella nostra regione vengono definite linee guida –ha detto la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini – Sono state elaborate in accordo con le Province e con Roma Capitale e rappresentano lo strumento completo e operativo, a disposizione dei comuni del Lazio, per la progettazione e l'implementazione dei servizi di raccolta differenziata, in risposta agli obiettivi del Piano rifiuti». Le Linee guida riservano sezioni specifiche alle strategie di gestione dei rifiuti urbani partendo, ad esempio, dalle categorie merceologiche e dalle tipologie organizzative di raccolta, per arrivare alla formazione, all’organizzazione di campagne di comunicazione e ai criteri organizzativi per le attività di verifica, con l’obiettivo di fornire il maggior numero di informazioni utili affinché le singole amministrazioni possano mettere a punto un ottimale servizio.

Di tutt'altro tenore invece la risposta del sindaco Alemanno che continua a chiedere da una settimana risorse al ministero, adducendo le giustificazioni più varie e fantasiose per i pessimi risultati(24% dice l'Ama) sul servizio del porta a porta. «Sulla questione raccolta differenziata la disponibilità del ministero dell'Ambiente di stanziare maggiori risorse per la capitale – ha detto ieri il sindaco – è tutto indefinito, ancora proposte chiare da parte del ministero dell'Ambiente non sono arrivate».

Nel pomeriggio Alemanno annuncia poi di aver avuto un chiarimento con il ministro, parlando, fatto strano, di semplice “forzatura giornalistica”. La realtà è che oggi, ad eccezione dei Verdi, anche i più scettici sembrano favorevoli alla combine “recupero più impianti industriali” per uscire dall'emergenza. «Se si continua a spedire le frazioni organiche provenienti dalla raccolta differenziata negli impianti del nord, come accade oggi – hanno dichiarato ieri i consiglieri regionali di Sinistra e Libertà Nieri e Zaratti – è certo che il sistema virtuoso risulta economicamente insostenibile. Adesso il sindaco Alemanno e la presidente Polverini sono con le spalle al muro: sottraendosi a questo cambio radicale di politica sui rifiuti, rimane loro la sola strada della realizzazione di altre discariche».

Di certo però da una parte bisognerà pur farla questa benedetta discarica per il dopo Malagrotta. Le ipotesi più accreditate rimangono i siti militari di Allumiere, via Tiberina e Castel Madama ,fatta eccezione per Torre Astura, nel poligono di Nettuno, scartata in una recente conferenza dei servizi tenutasi in Provincia.

In particolare sembrerebbe che Allumiere abbia le caratteristiche tecniche per essere sito ottimale. Siano di fronte a 180ettari di una maggiore porzione di 650, collegati con latere ferroviaria e in grado di favorire la riduzione della movimentazione dei rifiuti su gomma. Problemi burocratici sarebbero invece emersi nel sito Colle Rosa di Castel Madama. In una lettera spedita ieri dal sindaco castellano Domenico Pascucci alla Regione e al ministero si legge che«l’area in località Colle Rosa che ha costituito il poligono di tiro per armi leggere, è stata per anni sottoposta a servitù militare, senza peraltro mai giungere alla vera e propria espropriazione».

In effetti, nel 1994 il ministero della Difesa revocò il decreto di esproprio, retro-cedendo il terreno ai legittimi proprietari. «Un’area di appena nove ettari – ha proseguito il sindaco – su cui insistono fabbricati destinati ad abitazioni o funzionali alle attività agricole. Il terreno è gravato da vincoli posti dalle vigenti normative ed è attraversato anche da un metanodotto». E se la decisione sulle di-scariche è tutt'altro che scontata, difficilmente percorri-bile appare quella sugli impianti. Clini ha confermato la volontà di costruire un quinto impianto Tmb in località Castellaccio (Paliano),ma qui le popolazioni locali sono da ormai un mese sul piede di guerra. Dopo la ferma opposizione delle Amministrazioni di Paliano e Anagni, ieri è arrivata anche una mozione di contrarietà da parte dell'opposizione di Colleferro (a firma di Del Brusco, Gessi, Girolami Sanna e Stendardo).

Blitz sono stati annunciati anche a Guidonia dal comitato per il Risanamento Ambientale contro il progetto dell'Inviolata. La protesta ci sarà invece oggi ad Albano contro l'inceneritore più grande d ‘Europa, in località Roncigliano, dopo il via libera del Consiglio di Stato. In migliaia, provenienti anche da Fiumicino e Tivoli, sono attesi nella città castellana per una manifestazione che riunirà tutti i comitati "Rifiuti Zero" della provincia.

Carmine Seta

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