Una perizia è stata chiesta dalla Procura per capire se i soggetti risultati positivi alla Tbc siano da considerare malati oppure no.
Il procuratore aggiunto Leonardo Frisani e il pm Alberto Pioletti infatti hanno chiesto al gip di disporre lo svolgimento di tale accertamento in sede di incidente probatorio (atto irripetibile che assume valore di prova in caso di processo) nell'ambito dell'inchiesta sui casi di tubercolosi (registrati tra il marzo e il luglio 2011) al Policlinico Gemelli che vede indagate per epidemia colposa e lesioni personali colpose otto persone, tra medici e amministrativi in servizio all'ospedale, e il medico di base che visitò un'infermiera del reparto di Neonatologia colpita da Tbc.
Nel periodo in questione sono risultati positivi al batterio 188 neonati e 56 tra medici e paramedici. L'atto istruttorio è ritenuto necessario dagli inquirenti in quanto non esistono precedenti giurisprudenziali. In ambito scientifico, inoltre, vi è una pluralità di orientamento che non aiuta a risolvere la questione. I consulenti nominati dalla Procura si sarebbero espressi per l'insussistenza dei reati ma chi indaga continua a porsi una domanda: "E' possibile non considerare malati quei soggetti che, risultati positivi alla Tbc e costretti a seguire una terapia, hanno subito pesanti effetti collaterali (diarrea, vomito o anche semplice stress) che spesso possono essere posticipati nel tempo?". La richiesta di perizia è inoltre anche un modo per guadagnare ulteriore tempo e osservare l'evoluzione della positività di bimbi e adulti che sono venuti in contatto con l'infermiera, fatta eccezione per una neonata del luglio 2011, di cui è stata certificata proprio la malattia. In sostanza, l'incidente probatorio servirà quindi a sciogliere il nodo sulla possibilità di continuare a contestare il reato di epidemia colposa e a colmare la lacuna giurisprudenziale.
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