Ad Ardea prosegue il clima infuocato di campagna elettorale. (De)merito delle polemiche, neanche troppo a distanza, tra Antonino Abate e Luca Di Fiori. Ieri la telenovela si è arricchita di ulteriori spunti dopo la denuncia, fatta dal candidato del centrosinistra, di un nuovo presunto difetto nella presentazione delle liste della controparte, con Gianni Francia che sarebbe stato inserito sia nelle file dei Cristiano Riformisti sia in quelle de La Destra.
«Si tratta dell’ennesimo episodio – afferma Abate – di violazione della legalità. In meno di un mese abbiamo assistito prima alla presentazione in ritardo della lista Eufemi, poi alle liti feroci tra candidati della stessa coalizione e ora l’ultima novità, una persona che oltraggia ogni regola candidandosi addirittura in due diversi partiti. E senza dimenticare l’atteggiamento dell’intero centrodestra, che ha occupato sistematicamente tutti gli spazi per l’affissione dei manifesti in palese violazione del pluralismo e della democrazia». «Per questo – continua il piddino – abbiamo già presentato ricorso alla Mandamentale di Velletri e chiediamo nuovamente un intervento del prefetto di Roma a garanzia del regolare svolgimento delle elezioni comunali. Questi signori sono disposti a tutto pur di vincere». Gli esponenti del gruppo locale de La Destra precisano che «Francia corre unicamente per il partito di Storace» e che è stato lui stesso ad accorgersi dell’errore materiale, provvedendo immediatamente alla cancellazione del nominativo dalle liste dei Cristiano Riformisti. Per il centrodestra, insomma, è un’altra polemica che non sta in piedi. «Può darsi che ci sia stato un difetto nella pubblicazione dei manifesti – replica Luca Di Fiori – ma ciò non toglie che il centrosinistra si sta abbassando a livelli inauditi. Quasi sempre, però, la macchina del fango si ritorce contro chi la porta avanti».
Di motivi per sentirsi sotto attacco, Di Fiori ne ha eccome. Proprio nei giorni scorsi, infatti, il Fatto Quotidiano è tornato sulla richiesta di rinvio a giudizio della procura di Velletri per presunta concussione in relazione ai lavori di manutenzione del cimitero cittadino. Questione “datata” e di cui si attendono gli esiti, ma “ricicciata” proprio alla vigilia del voto. Non è per nulla datata ma curiosa, invece, l’interrogazione parlamentare a firma dell’Idv tesa a far luce sulle attività situate sul lungomare che resterebbero aperte nonostante siano gravate da ordinanze di chiusura. Più che una battaglia di legalità, sembra un incontro di boxe pieno di colpi sotto la cintura. La buona notizia (o cattiva) è che il gong sta per suonare. E a quel punto le parole non serviranno più.
Diego Cappelli