Scoperta frode fiscale da 60 mln: in manette commercialisti romani

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Un macchinoso sistema fraudolento ai danni dell’Erario era stato orchestrato da un gruppo di commercialisti di Roma, a beneficio di un noto consorzio operante a livello nazionale nel settore delle pulizie e del facchinaggio.

È quanto scoperto dai finanzieri del comando provinciale di Roma che, al termine di un’indagine, hanno fatto piena luce sull’attività dell’organizzazione, capeggiata da un professionista di Roma, noto alle cronache per essere stato presidente dell’“Arezzo Calcio”, che, grazie ai consigli dei consulenti, aveva creato una rete di cooperative, cui erano state preposte “teste di legno”, che venivano fatte scomparire dopo aver addossato loro i debiti tributari e contributivi del consorzio.

Dagli accertamenti delle Fiamme Gialle della compagnia di Fiumicino, resi ardui dalla mancanza di tutta la documentazione amministrativo-contabile fatta sparire per impedire la ricostruzione del giro d’affari, è emerso, oltre all’occultamento al fisco di ricavi per circa 60 milioni di euro, che i proventi della frode fiscale venivano investiti nell’acquisto di immobili, fatti confluire in una società appositamente creata, i cui dominus occulti erano alcuni degli indagati.

Gli elementi raccolti hanno consentito al pubblico ministero di richiedere ed ottenere l’arresto di sette persone e il sequestro preventivo di beni mobili ed immobili, a Roma e Fiumicino, nonché di conti correnti, per un valore di oltre 10 milioni di euro.

L’inchiesta vede indagate complessivamente 49 persone, tra capi, gregari e professionisti che dovranno rispondere del reato di associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale.

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