Un fiore ancora in boccio, pronto a schiudersi per offrire tutto il suo profumo… di spaghetti alle vongole. Solo una mente creativa e ''visionaria'' come quella di Hou Hanru, il nuovo direttore artistico del Maxxi di Roma, poteva generare una figura così complessa e sorprendente per definire "l'inizio di una incredibile avventura" come quella del rilancio del Museo nazionale delle Arti del XXI secolo.
In una conferenza stampa affollatissima anche dai media stranieri, il 50enne critico d'arte cinese rompe il ghiaccio spiegando in italiano di essere "onorato ed eccitato" per la "sfida" ma anche per "un esempio di come il mondo della creatività deve far parte di questo museo".
Hanru ha le idee chiare: il Maxxi deve diventare "una nuova agorà", un luogo in cui "le sfide delle istituzioni artistiche si riflettono in quelle della società", con l'obiettivo di "rivisitare i grandi progressi sociali" e "rinegoziare l'eredita'' culturale italiana in rapporto ai cambiamenti del mondo in cui viviamo". Insomma, il museo deve diventare "una piattaforma di esposizione, concettualizzazione, una base per nuove forme di pensiero creativo". Ed ecco pronte altre metafore, che prendono a ispirazione anche la struttura pensata dall'architetto Zaha Hadid. "Questa costruzione- spiega Hanru- sembra una miniatura della città ideale, un posto per nuove forme di espressione ma anche per invitare figure creative", pensando a un "laboratorio fatto da menti pensanti e ricerca: siamo di fronte a un vulcano a cui dobbiamo dare calore e poi aspettare che esploda".
Ma Hanru aggiunge anche la figura "dell'autostrada", arricchendo di suggestione e fascino la sua visione futura del Maxxi, riuscendo a dare concretezza alle sue idee. Pensa a "un elemento di interconnessione di Roma, che metta in comunicazione le periferie, il centro, e perchè no, anche le rovine romane".
Sarà un "luogo di rete: oggi ne abbiamo stretto un piccolo nodo, che speriamo possa abbracciare tutta la città".
Il nuovo direttore artistico si congratula con "il team del Maxxi che ha fatto un lavoro incredibile cercando di collegare la società ai cambiamenti artistici", in un contesto "importante come quello italiano", e anche con "i fantastici membri del Cda", con i quali non dovrà "perdere tempo a spiegare le proprie idee" dal momento che "ci siamo capiti subito e abbiamo avviato un dialogo: certamente lavoreremo bene insieme e in modo costruttivo, portando a grandi risultati".
Nessun nome è stato anticipato per quella che sarà la nuova vita del Maxxi, a cui Hanru inizierà a lavorare in pianta stabile dal primo dicembre, percependo uno stipendio di poco superiore ai 4 mila euro netti al mese.
Ma è stato subito chiarito che non ci sarà una ricerca ossessiva di artisti stranieri per dare un carattere internazionale al museo. "Non possiamo risolvere la questione invitando a esporre 20 stranieri- spiega- noi abbiamo bisogno di figure dal mondo ma anche dalla città. Non dobbiamo ricreare qui quello che è giàrealtà a New York, per esempio. Il destino dell'arte italiana è internazionale. Essere globalizzati non vuol dire solo viaggiare, ma piuttosto avere una mente aperta e combattere ogni reticenza alla diversità, combattere quella che può diventare xenofobia".
Un esempio di tutto questo? Antonio Gramsci, citato da Hanru perchè "ci ha aiutato a cambiare il mondo chiuso nella sua stanza".
Tanti sono i concetti portati dal critico d'arte cinese, per sua stessa ammissione "facili, ma complicati da spiegare". Ma la questione su cui insistere riguarda il futuro: il Maxxi "non èancora un fiore ma lo sara''. E' ancora un bocciolo che ci offre un grande potenziale legato all'arte e all'architettura per il fiore che sboccerà". E dovendo pensare a un profumo, Hanru non ha dubbi: quello degli "spaghetti alle vongole". Per concludere, "benvenuti in questo programma di ricerca".
(fonte Dire)