I carabinieri del gruppo di Roma hanno effettuato nel week end appositi servizi di contrasto all’annoso fenomeno dei borseggi ai danni di turisti, riuscendo ad arrestare in diverse operazioni 10 borseggiatori. Autobus e metro le mete preferite dai borseggiatori per compiere i loro furti, che sono state controllate da decine di pattuglie di militari in borghese. Pochi minuti e subito i primi arresti: a largo di Torre Argentina un cittadino algerino di 53 anni, con diversi precedenti è stato arrestato a bordo del bus Atac, linea 40, dai carabinieri della Stazione Roma San Pietro subito dopo aver borseggiato il portafogli ad una turista della Repubblica Ceca.
Alla fermata della metropolitana Piramide un gruppo di nomadi, tutte provenienti dall’insediamento di via Pontina e note alle forze dell’ordine, tra cui due 14enni, due 22enni e una 35enne, sono state arrestate dai Carabinieri della Stazione Roma Via-Vittorio Veneto per aver tentato di borseggiare una turista. Nei pressi della metro Termini i militari della stazione di Madonna del Riposo hanno invece arrestato un 23enne, romeno, senza fissa dimora e con precedenti penali, per aver rubato il portafogli ad una 33enne romana.
Sul bus Atac, linea 64, all’altezza della fermata Tassoni sempre i militari di San Pietro hanno arrestato una cittadina Polacca, di 46 anni, senza fissa dimora, per tentato borseggio ai danni di un turista italiano. Infine all’interno del parco di Villa Borghese i carabinieri della Stazione Roma Flaminia hanno sorpreso due romeni, senza fissa dimora di 18 anni, che poco prima avevano rubato la borsa ad una 17enne romana.
A seguito della perquisizione personale i militari hanno rinvenuto nelle loro tasche un telefono cellulare provento di un precedente borseggio commesso poche ore prima. Gli arrestati maggiorenni sono stati tutti trattenuti nelle celle di sicurezza delle varie caserme mentre, le due minorenni, sono state accompagnate al Centro di Prima Accoglienza di Roma “Virginia Agnelli”, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, in attesa del rito direttissimo. In tutti i casi la refurtiva recuperata dai militari dell’Arma è stata riconsegnata alle vittime.