Fiumicino, l’affondo di Onorati: «Montino ha partorito un topolino»

Prosegue il duro botta e risposta sui disagi provocati dalla chiusura del ponte Due Giugno

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A Fiumicino non si placano le polemiche legate ai disagi per i lavori di sostituzione del ponte Due Giugno, chiuso fino a fine febbraio. Nel botta e risposta tra il presidente dei Cristiano Popolari, Mario Baccini, che aveva parlato di tempi troppo lunghi per l’esecuzione dei lavori, e il presidente della commissione Bilancio Giuseppe Pavinato, che aveva replicato sottolineando come la precedente Giunta di centro destra guidata dal “suo amico Canapini” avesse presentato “un faraonico progetto di circa 10 milioni di euro” impegnandone “734mila e 400 solo per presentare un’opera che non fu mai neanche approvata”, si è inserita, infatti, la consigliera comunale Giovanna Onorati, che di quella Giunta faceva parte.

L’AFFONDO DI GIOVANNA ONORATI

«Le esternazioni del consigliere Giuseppe Pavinato – ha attaccato Onorati – indicano chiaramente lo stato di difficoltà e di confusione mentale in cui lo stesso versa». «Pavinato – ha proseguito la consigliera – fa parte della maggioranza che governa la città e come tale ha il dovere di chiarire ai cittadini perché non è stata scelta una soluzione con tempi più brevi e, soprattutto, perché l’impresa finora ha lavorato solo di giorno infischiandosene dei notevoli danni provocati agli studenti, ai lavoratori e a ogni settore economico della città». «Ricordo che il progetto “faraonico” – ha proseguito – non fu realizzato perché sopraggiunse la scadenza del mandato di Canapini». «Se il sindaco Montino, anziché annunciare a gran voce la realizzazione del sottopasso per un costo di almeno 50 milioni di euro di cui non si ha più notizia e che non rimarrà neanche sulla carta ma nelle sue illusorie intenzioni, avesse ripreso il “faraonico” progetto – ha aggiunto – i cittadini di Fiumicino avrebbero avuto una nuova struttura per l’attraversamento larga 22 metri con 2 corsie per ogni senso di marcia, con marciapiedi e pista ciclabile». «Ci sono voluti tre anni e mezzo – ha concluso Onorati – per rendersi conto che l’idea del sottopasso è improponibile e per partorire una soluzione che amplierà la vecchia larghezza del ponte di circa 50 cm e che, comunque, non risolverà definitivamente il problema dell’attraversamento del fiume come dire: la montagna, cioè Montino, ha partorito un topolino».

L’articolo in versione integrale sul Giornale della Provincia di lunedì 16 gennaio 2017

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