Foglie e rifiuti, le strade di Roma sono una discarica a cielo aperto

Comune, Ama, Ignazio Marino e assessori parlano, ma mancano le soluzioni

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Foglie dappertutto e rifiuti fuori dai cassonetti in quasi tutta Roma: il disastro è sotto gli occhi di tutti e le immagini tratte da blog (come “Romafaschifo” e non solo) e profili Facebook  e pubblicate in questo nostro servizio parlano chiaro. In questi giorni di Natale la capitale è diventata una pattumiera a cielo aperto, e non serve più fare i nomi dei quartieri, quando quasi tutti condividono la stessa triste sorte.

Le strade non vengono spazzate e le forti piogge dei giorni scorsi hanno fatto definitivamente cadere tutte le foglie rimaste su platani e ippocastani, diffusissimi in molti quartieri dal centro alla periferia. Le foglie, spinte solo dallo spostamento d’aria provocato dalle auto in corsa, si sono ammucchiate a destra e a sinistra dei vialoni e delle stradine, formando un tappeto marrone compatto che nessuno viene a tirare via. Scene che non si vedevano da tempo nonostante i disagi quotidiani, complici i disservizi di Ama e i giorni delle feste. Sul fronte della raccolta dei rifiuti ormai le lamentele per i sacchetti fuori dai cassonetti si rincorrono ogni giorno in un tam tam continuo che su blog e profili facebook non accenna a smettere, con marciapiedi interrotti dai sacchetti per terra e uomini e donne “raccoglitori” che quotidianamente cercano nei secchioni senza alcun controllo o sanzione.

In questo contesto sono gli “internauti del degrado”, i comitati di quartiere, semplici cittadini che denunciano sulla rete i tanti misfatti, parlano con gli amici, fotografano e spediscono testimonianze dell’abbandono della città a se stessa. In questo scenario da “day after” (maiali tra i rifiuti inclusi) sentiamo dire oggi, 27 dicembre, in dichiarazioni confezionate “last minute” dagli amministratori comunali con la consueta tempestività che «partirà il piano di raccolta foglie». Che «sono stati convocati i vertici di Ama» e che il sindaco Ignazio Marino «è irritato per la situazione».

Mentre le parole scorrono a fiumi  e l’Ama illustra con dovizia di particolari i dati sulla raccolta effettuata (come se le strade fossero pulite) il degrado avanza veloce e non si sa dove andrà la città eterna: fino a che qualcuno non cadrà sulle foglie bagnate e si farà male, o i topi smetteranno di aspettare e saliranno in massa dai tombini a fare banchetti con i nostri (ormai pochi) avanzi delle feste. Forse solo allora potremmo dirci in una vera e propria emergenza, ma per ora ancora no.

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