Fermata metro Cipro, linea A, nel centro di Roma. Pieno pomeriggio. Quelle nella foto sono le condizioni in cui versa il piazzale di una delle più frequentate stazioni della metropolitana della capitale: bottiglie di birra vuote, cartacce, sacchetti di plastica, cicche di sigarette, resti di ombrelli rotti. Tutto abbandonato a terra, ai lati delle mura che compongono la struttura. E proprio a pochi passi dall’uscita della metro, non lontano dai tornelli che ogni giorno ospitano migliaia di persone, tra cittadini romani e soprattutto turisti stranieri in visita della città.
A metà tra le stazioni Ottaviano e Valle Aurelia, nella zona nord della città, Cipro è la fermata più vicina ai Musei Vaticani capitolini, non lontano dalla basilica di San Pietro, tra le mete più gettonate da tedeschi, giapponesi, inglesi, americani e via dicendo, in visita a Roma. E uno scenario del genere non è di certo una buona pubblicità per una capitale europea.
La foto ha già fatto il giro del web scatenando un lungo dibattito: c’è chi dà la colpa a un insufficiente servizio di pulizia, chi se la prende con gli extracomunitari, capri espiatori buoni per ogni esigenza, chi, da romano, si vergogna e fa mea culpa, chi afferma che i rifiuti a terra sono l’ultimo dei problemi di quella zona. Tutti d’accordo però nello scagionare le aziende Metrebus e Atac da ogni colpa. Ciò che resta è la fotografia, in tutti i sensi, di una città che perde credibilità, ogni giorno di più.
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