Fontanelle asciutte e escrementi di pecora al parco di Monte Ciocci

Scongiurato il rischio di nuove edificazioni, il parco di Monte Mario affronta le varie facce del degrado

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Prima il degrado, poi la minaccia delle speculazioni edilizie: il Parco Urbano di Monte Ciocci, in zona Trionfale-Valle Aurelia, negli ultimi anni ha dovuto affrontare molti problemi, per i quali gli abitanti della zona si sono battuti a lungo. Ma superato un ostacolo, ecco che ne arriva un altro. Il Comitato di Monte Ciocci segnala che in tutto il parco ci sono solo due fontanelle, entrambe nuove e funzionanti, come dimostrato dal collaudo effettuato a inizio gennaio, test che ha verificato anche il corretto funzionamento dell’impianto di irrigazione dei prati. Entrambi i “nasoni”, però, sono tuttora chiusi.

La responsabilità sarebbe in mano ad Acea, che ancora non ha dato l’utenza. «L’allaccio dell’Acea tarda ad arrivare e non capiamo perché – raccontano i rappresentanti del Comitato Monte Ciocci – il lavoro è praticamente finito, anche se ci hanno garantito che metteranno qualche altro nasone, perché solo due sono pochi per un parco così ampio. A quanto pare l’utenza dell’acqua è diversa da quella della luce e c’è un problema di allaccio. Si tratta insomma delle solite cose all’italiana, un problema burocratico che speriamo si risolva presto perché il parco non può rimanere senz’acqua».

Per quanto riguarda l’illuminazione, i lampioni si accendono un’ora prima della chiusura del parco e restano accesi fino alle prime luci dell’alba, in pratica solo quando non c’è nessuno. «Non capiamo come mai li tengano accesi la notte – spiegano dal Comitato – tra l’altro la luce potrebbe disturbare quella poca fauna che è rimasta nella zona. Poi speravamo che mettessero i lampioni con i pannelli solari ma non è stato fatto». A tutto questo si aggiunge anche il problema delle capre di un pastore che gira nelle campagne circostanti, animali che spesso si introducono nel parco, in particolar modo nella parte che si affaccia su via Anastasio II. Il risultato è che poi rimangono gli escrementi qua e là nell’area verde frequentata dai cittadini. «Il problema ultimamente si è presentato spesso a causa di una falla nella recinzione in prossimità del ponte della ferrovia – spiega il Comitato – abbiamo già avvisato chi di dovere e speriamo che vengano presto a sistemare tutto. In realtà queste sono inezie in confronto a quello che abbiamo rischiato e contro cui abbiamo dovuto lottare duramente». In effetti, ora che il pericolo della costruzione di un impianto sportivo sembra essere finalmente scongiurato, i cittadini pensano a come poter migliorare il parco che hanno conquistato con così tanta fatica: i rappresentanti del Comitato stanno raccogliendo le firme per presentare al Municipio una petizione per la costruzione di una nuova area cani, più ampia e più funzionale rispetto a quella già esistente.

«Serve uno spazio più grande perché i cani che frequentano il parco sono molti e di tutte le taglie, l’area che c’è non basta – spiegano dal Comitato – abbiamo già individuato la zona più adatta. Si tratta di una parte del parco dove c’è meno passaggio, tra l’Istituto Agrario Domizia Lucilla e il versante del parco che dà sulla ferrovia. Abbiamo già raccolto quasi 500 firme». Ma c’è di più: siccome, tra un problema e un altro, da quando è stata aperto non è stata ancora fatta una vera e propria inaugurazione del parco, il Comitato sta organizzando un’iniziativa per coinvolgere i residenti e festeggiare insieme. «Si tratta di “Tali e quali”, una gara di somiglianza tra i cani e i rispettivi padroni – conclude il Comitato – un modo carino e divertente per salutare il parco che abbiamo salvato dalle speculazioni edilizie, nella speranza che non ci siano mai più problemi di questo genere».

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