I laghi del Lazio sono ancora troppo inquinati. Il dato allarmante risulta dalla periodica rilevazione di GOLETTA VERDE, la campagna di Legambiente per la salvaguardia dei bacini lacustri italiani, realizzata con il contributo del Coou (Consorzio obbligatorio oli usati) e Novamont e sostenuta nella tappa laziale dalla Provincia di Roma. Ed è proprio sui laghi della provincia che su 19 punti controllati 10 risultano oltre i limiti di legge. Ad Albano uno su tre per un bacino che è già caratterizzato da “captazioni” (sottrazione di acque) che ne abbassano costantemente il livello.
I DATI IN PROVINCIA – L’inquinamento oltre i limiti risulta dal il campione prelevato a Castel Gandolfo lago presso via Spiaggia del lago 28. Sempre a Castel Gandolfo rimangono dentro i limiti di legge il prelievo effettuato presso l”incrocio tra via Spiaggia del lago e via Pian del lago e quello presso la foce del rio a metà del bosco sulla sponda orientale. Rispetto all”anno scorso sul Bolsena si confermano alcune criticità come i punti a Montefiascone e a Capodimonte e ne emergono altre. Sul lago di Bracciano sono fortemente inquinati in località Rio delle Mole, la foce del fosso Grotta Renara, e la foce del fosso della Lobbra. Ad Anguillara Sabazia fortemente inquinato il campione prelevato presso la chiusa dell”emissario Arrone e inquinato a monte della chiusa dell’Arpone. L’inquinamento a Trevignano risulta presso la foce del canale in corrispondenza dell’incrocio tra via della Rena e via San Pietro. Entro i limiti di legge, invece, ad Anguillara Sabazia, il prelievo effettuato in corrispondenza del civico 42 di via Belloni. Gli esami batteriologici eseguiti dai tecnici della Goletta in questi Laghi mostrano esiti negativi in più del 50% dei prelievi, occorre quindi potenziare gli investimenti regionali su reti fognarie, condotte circumlacuali e depurazione.
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