Flaminio, degrado a ponte Matteotti: in frantumi targa per De Pinedo

La banchina e le pareti dei muraglioni dello scalo De Pinedo sono da anni preda del degrado: la denuncia degli ambientalisti di Marevivo

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La grande targa marmorea dedicata a Francesco de Pinedo, nell’omonimo spazio sul Tevere nel quartiere Flaminio, giace rotta in mille pezzi. Ma tutta l’area dello scalo – dedicato al mitico aviatore italiano e sopra il quale s’innalza anche il monumento a Giacomo Matteotti – versa in uno stato di profondo degrado, stretto tra rifiuti, graffiti e camion compattatori della spazzatura in sosta 24 ore su 24. E’ questa la denuncia dell’associazione Marevivo che su un barcone antistante proprio lo scalo ha da anni la sua sede. “Ormai è l’indignazione il sentimento che domina i volontari dell’associazione ambientalista Marevivo, che da oltre 25 anni, dalla sede nazionale ormeggiata presso lo scalo, si occupano di preservare un’area di 3.000 metri quadri, curare un giardino mediterraneo da loro allestito e liberare 116 mila sanpietrini dalle radici e dalle erbacce”.

LUOGO DELLA MEMORIA – Lo Scalo de Pinedo, al quale si accede tramite due rampe ed una gradinata, fu realizzato alla fine dell’800 in sostituzione del porto di Ripetta, distrutto alcuni anni prima per la costruzione dei muraglioni di argine del Tevere. Lo Scalo viene riportato già sulla pianta di Roma del 1891 dall’Istituto Geografico Italiano: un articolato gioco di rampe evoca proprio le sagome del porto di Ripetta realizzate da Alessandro Specchi. Qualche anno dopo, nel 1925, lo scalo venne denominato “Scalo de Pinedo” in onore del comandante Francesco de Pinedo, uno tra i primi aviatori ad attraversare l’Atlantico, che qui concluse, con un ammaraggio sul Tevere, la sua trasvolata di 55.000 km. Inoltre lo Scalo è dominato da un monumento bronzeo dorato, opera di Iorio Vivarelli, dedicato al deputato socialista Giacomo Matteotti, qui rapito, il 10 giugno 1924, e poi ucciso per avere pubblicamente denunciato, all’interno dell’aula parlamentare, i metodi del Partito Fascista: il suo corpo fu rinvenuto nei pressi di Riano. Il monumento, inaugurato il 10 giugno 1974, in occasione del 50° anniversario dell’assassinio del deputato, fu realizzato con una sottoscrizione pubblica promossa dal Partito Socialista Democratico Italiano, dal Partito Socialista Italiano e dallo stesso Vivarelli che lavorò senza compenso. La scultura si sviluppa in altezza per 16 metri, quasi fosse un gigantesco fiore che spunta da un groviglio di ossa o rami infranti.

LA PROTESTA DELLA ASSOCIAZIONE – “Alla luce di tutto ciò – conclude l’associazione – perché questo tesoro non desta la minima attenzione del Comune di Roma, della Sovrintendenza, del Ministero dei beni e delle attività culturali, dei cittadini, romani e non solo, ad eccezione di noi semplici volontari? Ci resta soltanto di raccogliere i cocci?”.

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