La Basf e la guerra delle emissioni. Scontro azienda-comitati

Pareri opposti sulle nuove indagini. Ecco i dati

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INCENERITORE BASF

Pareva pace fatta fra i comitati dei cittadini e la Basf, l’azienda chimica produttrice di vernici non inquinanti di Settecamini, ma pare proprio che la tregua con relative visite dei residenti allo stabilimento qualche mese fa, sia finita. Questa volta viene tirato in ballo il Dipartimento di epidemiologia del Lazio (DEP) che  ha recentemente concluso un’indagine epidemiologica dal titolo “Valutazione epidemiologica dello stato di salute della popolazione residente in prossimità dello stabilimento BASF Italia Srl”.

LA NUOVA INDAGINE – L’indagine, che guarda al periodo 2001-2012, secondo i comitati  mostra nuove preoccupanti evidenze per la salute degli abitanti di Settecamini e Case Rosse. Infatti  nell’area più vicina agli impianti si osserva un numero più elevato della norma di  alcune patologie quali la SLA, la sclerosi multipla e l’epilessia e di ricoveri per malattie del sistema nervoso e degli organi di senso, per tumore della pleura e per linfomi non Hodgkin. Nelle donne si osserva un’ospedalizzazione più elevata per tumore dell’esofago, dell’utero. Inoltre a un chilometro dagli impianti della Basf si osserva una frequenza maggiore di nati con basso peso, ma, aggiunge il rapporto  «anche se i rischi non raggiungono la significatività statistica». Conclusione: ci si ammala di più nell’area più vicina agli impianti. Certo, sostengono i comitati, Il traffico  è una fonte del’ inquinamento, come in altre zone di Roma, ma nell’area c’è anche un inceneritore che brucia 4 tonnellate al giorno  di rifiuti chimici anche pericolosi.

LA DIFESA – Di qui la richiesta di  chiusura immediata e precauzionale dell’inceneritore e in prospettiva  la delocalizzazione dello stabilimento. BASF ha analizzato attentamente lo studio condotto dall’ASL Roma E, e desidera precisare quanto segue. Ovviamente la società tedesca si difende e segnala che lo studio è statistico e non epidemiologico, come erroneamente riportato dai comitati. Questo significa che lo studio analizza l’incidenza di alcune patologie fra le persone residenti nell’area ma non indaga le cause per cui si sono sviluppate. Tuttavia BASF prende in altissima considerazione i risultati dello studio, anche se ritiene non accettabile la metodologia statistica applicata (campione troppo piccolo) che valuta solo la presenza dell’impianto e non altre cause presenti nella zona (per esempio il traffico veicolare o i roghi incontrollati). Nonostante ciò la  BASF segnala che anche in questo caso si conferma quanto già emerso in passato da recenti studi : nell’area vicina agli impianti «… non si osservano eccessi di mortalità per tutte le cause, per tutti i tumori e per nessuno dei grandi gruppi di cause analizzati.» Gli stessi autori nell’osservare che non si registrano aumenti per le cause di mortalità nella popolazione suggeriscono di analizzare altri aspetti come lo stato socio economico e la qualità della vita delle persone. Insomma lo studio citato dai comitati verrebbe strumentalizzato e indirizzato artatamente contro l’azienda tedesca. Se poi è necessario un altro accurato  studio epidemiologico, la BASF invita a prendere in considerazione tutte le possibili cause e i fattori determinanti presenti nell’area. Un analogo studio fu realizzato dal 2004 al 2006, e non mostro alcuna problematica di salute pubblica collegata alle attività dell’azienda anche per i 180 lavoratori Basf, di cui molti residenti proprio in quella zona.

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