I cittadini: «Salviamo il centro carni dalla speculazione»

Il "Coordinamento popolare" e il Municipio V uniti per chiedere al sindaco Ignazio Marino la gestione comunale dell'area

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Il coordinamento centro carni

Il “Coordinamento popolare contro la speculazione del centro carni” di viale Palmiro Togliatti, che raccoglie diverse associazioni di quartiere, sta portando avanti una proposta di iniziativa popolare per ottenere la revoca della delibera comunale n. 81 del 5 agosto 2010 concernente il “Conferimento ad Ama Spa del complesso edilizio denominato centro carni e relative pertinenze ai fini del successivo aumento di capitale sociale di Ama Spa”.

Così martedì sera i cittadini del Municipio V sono intervenuti anche presso la sede comunale e hanno espresso il loro punto di vista attraverso il portavoce Maurizio Falessi. «Chiediamo che la struttura torni  al Comune di Roma e che l’area in questione venga salvaguardata da ogni rischio di speculazione edilizia, ma allo stesso tempo vogliamo che sia tutelato anche il posto di lavoro degli operatori del centro carni», precisa il coordinamento.

La questione impegna tanto i cittadini quanto le istituzioni locali, uniti in questa battaglia per fare dell’area anche un luogo di cultura, ritrovo e socializzazione, tanto che la risoluzione approvata dal consiglio municipale impegna di fatto il presidente Palmieri ad attivarsi presso il sindaco Marino affinché il Centro carni torni al patrimonio comunale e sia avviato al contempo un percorso di partecipazione condivisa per elaborare proposte di riqualificazione dell’area interessata.

Dunque, dopo l’appello di municipio e cittadini, il destino del Centro carni potrebbe essere quello della riacquisizione da parte del Comune di Roma, operazione che andrebbe così incontro alle richieste della cittadinanza allarmata per «l’intenzione di Ama spa di valorizzare tale proprietà attraverso l’alienazione del bene ad un fondo immobiliare, aprendo uno scenario speculativo sull’area stessa», come si legge nel testo della risoluzione municipale, in un’area che negli anni è cresciuta notevolmente di valore rendendosi economicamente sempre più appetibile.

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