Si spacciano per inviati della vicina parrocchia di Sant’Alfonso Maria De’ Liguori e chiedono fondi per aiutare le persone colpite dall’alluvione.
IL TAM TAM DELLE VOCI. Accade nelle vie di Prima Porta, dove è fortissimo il rischio di episodi di sciacallaggio e cominciano a girare le prime segnalazioni attraverso un tam tam che dalle prime voci di quartiere si è rapidamente trasferito sui social network e ha invaso anche i notiziari delle agenzie di stampa. L’allarme è alto in queste ore nel quartiere romano, dove altissimo è anche il rischio furti nelle case. Le paure però sono tante e c’è anche chi mette in guardia la popolazione locale da presunti operatori della protezione civile con veri volontari del soccorso che avvisano: «la protezione civile non raccoglie fondi in denaro per le persone in difficoltà se qualcuno si presenta per chiedere denaro avvisate le forze dell’ordine».
PAURA PER L’ACQUA. La psicosi si diffonde nella popolazione e tra i problemi segnalati, specialmente dalle mamme dei più piccoli, c’è quello dell’acqua potabile: su questo fronte è stato provvidenziale l’intervento diretto del minisindaco Torquati che con un sopralluogo sul posto ha fugato dubbi e paure della popolazione. Al momento Prima Porta resta un quartiere ferito e scosso dall’alluvione: nelle vie della zona di continua a spalare terra, a distribuire coperte, cibo e lettini per fornire un primo soccorso a chi è rimasto senza casa. La Parrocchia Sant’Alfonso Maria De’ Liguori resta il luogo principale di accoglienza, attivo senza sosta grazie al lavoro di volontari della parrocchia e associazioni di Protezione Civile, circa 85 le realtà del coordinamento della regione Lazio che operano su turni.
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