La ASL Roma F a seguito di campionamenti effettuati nella seconda metà di luglio ha intimato all’Amministrazione comunale di Civitavecchia di dichiarare non potabile l’acqua erogata su tutta la città.
Una notizia shock per i cittadini. Rispetto ad altri casi registrati nel litorale non si tratterebbe di valori fuori norma relativi ad arsenico o nitrati, bensì alla presenta di batteri che non sarebbero eliminabili nemmeno dopo la bollitura.
IL COMUNICATO STAMPA – E’ stata firmata questa mattina dal Vice Sindaco Daniela Lucernoni l’ordinanza n. 243 con la quale si sancisce il divieto di uso dell’acqua delle rete idrica cittadina per scopo potabile.
La decisione è stata assunta, su invito della ASL RmF, in seguito ai risultati consegnati nella giornata di ieri dal laboratorio di analisi cui l’Amministrazione ha affidato il servizio, il quale in data 18 luglio aveva effettuato sei campionamenti in altrettanti punti di prelievo situati nella fascia medio bassa della città, alimentati dalla Cisterna di Via Achille Montanucci, dove giungono le acque fornite da HCS, Acquedotto dell’Oriolo e ACEA. Le analisi hanno dato esito non conforme relativamente ai seguenti parametri:
– Batteri coliformi;
– Conta colonie;
– Escherichia coli.
Il divieto di uso dell’acqua per scopo potabile è esteso a tutti gli utenti del territorio cittadino collegati alla rete idrica pubblica.
Scoppia intanto la polemica sulla possibilità di chiedere dei rimborsi al comune. Ad alzare la voce il CODACOS che ha chiesto al Sindaco Cozzolino l’abbattimento immediato delle tariffe. “È necessario inoltre che sia previsto il rimborso per i danni per il periodo in cui i cittadini hanno bevuto l’acqua contaminata – ha precisato la presidente Sabrina De Paolis – invitiamo anche il Procuratore della Repubblica di Civitavecchia ad accertare se l’allarme e l’ordinanza sindacale di non potabilità siano stati dati tempestivamente o meno alla popolazione.”
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