È stata cancellata la pagina Facebook di «Roma fa schifo», il blog che nei mesi scorsi ha suscitato numerose polemiche per le sue denunce sul degrado nella Capitale. «E fu così che Facebook, che non oscura la pagina dove si invita a investire i ciclisti perché ‘rispetta le regole’, cancella Romafaschifo…», ha twittato oggi il blog.
ECCO IL PERCHÈ – «Quando abbiamo visto, ieri pomeriggio su Twitter – si legge sul sito – passare questa immagine in primis ci siamo augurati un fotomontaggio, in secundis l’abbiamo pubblicata immediatamente su Facebook stigmatizzandola fortemente. Non abbiamo neppure menzionato quale tifoseria avesse esposto un messaggio così meschino in un momento in cui il sindaco – che non ci sogniamo manco per sogno di difendere e che anzi attacchiamo ogni tre per due, intendiamoci – era impegnato in un passaggio molto delicato di forzature politiche relativo a sacrosanti diritti civili riconosciuti dovunque e non da noi (poi si è scoperto lo striscione essere risalente ad un anno fa, ma poco cambia sul concetto).
I tifosi – che poi abbiamo scoperto essere della Lazio – ce l’hanno giurata. Decine i messaggi di minaccia e insulto che preannunciavano una segnalazione di massa. Così hanno fatto. E Facebook ci è cascata. Probabilmente il social network di Mark Zuckerberg ha considerato noi responsabili di quella scritta ingiuriosa, mentre invece l’avevamo pubblicata soltanto per deprecarla.
Questo poi, ovviamente, si è sommato alle decine e decine di segnalazioni che pendevano sulla nostra testa. Tutto il mondo dei movimenti, tutti coloro che hanno piacere ad utilizzare l’auto come uno strumento di offesa del prossimo e non come un mezzo di trasporto, tutte le lobby e i racket sui quali ogni giorno la pagina faceva luce e rumore talvolta contribuendo o alla soluzione o alla sensibilizzazione di decine di migliaia di persone.
Su Facebook c’è gente che si vanta di averci segnalato per intimidazione (???) quasi un anno fa. Oggi Facbeook gli ha notificato la soddisfazione di quella segnalazione.
Certo la pagina intimidiva chi voleva continuare a vivere nella prepotenza, nell’illegalità e nel degrado fisico e morale. E dava fastidio a molti: a coloro che occupano case pur non avendone il diritto, a coloro che in spregio di chi si comporta bene promuovono la loro attività affiggendo abusivamente, a coloro che considerano un diritto posteggiare in tripla fila, a coloro che non hanno capito quanto siano importanti le pedonalizzazioni e a coloro che non hanno compreso quanto, in fondo in fondo, sia stato giusto aumentare i costi delle strisce blu. E cosa dire dei graffitari? Mai tanta violenza contro di noi come da parte loro, alcuni di questi autentici frustrati si sono posti l’obbiettivo di far chiudere la nostra pagina perché solo e soltanto sulla nostra pagina si proponeva una narrazione diversa delle loro gesta: non artisti, non creativi, non ragazzi in difficoltà ma solo prepotenti da punire e reprime così come è capitato in tutto il resto d’occidente. Come solo e soltanto sulla nostra pagina si imbastiva una storia diversa sulle occupazioni: non solo persone in difficoltà e senza un tetto, ma anche approfittatori, ricettatori di speranze, strozzini del disagio altrui in cambio di denaro. Insomma in definitiva dava fastidio a coloro che si sono abituati ad una città che non ha paragoni al mondo quanto a inciviltà, sopraffazione e violenza e non hanno intenzione di modificare le loro abitudini per nessun motivo al mondo. Da chi occupa case e le rivende a chi viene pagato per smaltire materassi e poi li sparge per strada. A tutti questi signori – decine di migliaia di persone in città – la nostra pagina Facebook rompeva le uova nel paniere.
La pagina era diventata, insomma, troppo potente (ricordate quando bastò pubblicare una foto di alcuni maialini grufolanti nella monnezza a Boccea per far saltare amministratore delegato e presidente dell’Ama?). Pestava i piedi a troppe persone. E dunque prima o poi, dunque doveva succedere. Non importa: si va avanti qui sul blog e su Twitter. Un tentativo di fare ricorso c’è e lo perseguiremo, dopodiché si aprirà una nuova pagina ripartendo da zero (peccato vedere buttati via due anni e mezzo di contenuti, migliaia di segnalazioni dei cittadini) perché anche il contributo di Facebook a questa attività di sensibilizzazione che sta dando frutti incredibili non può essere trascurato».