“Ci hanno caricati all’improvviso, senza un motivo, mentre eravamo fermi sul marciapiede”. A parlare sono alcuni abitanti delle case popolari del quartiere di Tor Sapienza, periferia est di Roma, dove ieri sera un gruppo ha tentato di assaltare il centro rifugiati lanciando bombe carta e la polizia li ha caricati. “Dalle forze dell’ordine volevamo protezione e invece ci hanno attaccato” racconta Eliana, che abita nel palazzo di fronte al centro di Viale Giorgio Morandi.
LE REAZIONI – “È razzismo se li chiamo negri de m…?” chiede una ragazza scalmanata a un giornalista del quotidiano Il Tempo, accusato di aver dipinto i manifestanti come razzisti e militanti di estrema destra.
“Ma quale politica, qua non siamo né Che Guevara né Mussolini”, spiega Sergio, padre di due bambini, che invita i cronisti a fare una passeggiata nel comprensorio per capire davvero cosa succede: cassonetti devastati “dagli zingari che cercano roba da rivendere”, un parco giochi ostaggio – dicono – dei ragazzi del centro di accoglienza “che occupano il campetto da calcio impedendo ai nostri figli di giocare”, un ponticello buio disseminato di preservativi, garage occupati dalle famiglie senza casa. Infine la centralina dell’Acea che salta alla prima goccia di pioggia lasciando senza illuminazione queste case popolari, i topi che infestano le cucine degli anziani.
E poi, da tempo immemore, schiere di prostitute transessuali che nel piazzale Pino Pascali, a pochi passi da qui, danno vita a uno dei parchi del sesso più animati della Capitale: notte e giorno rapporti sessuali consumati dietro i cespugli a pochi metri dai palazzi, un tempo persino sotto le finestre dell’Istituto tecnico “Enrico Fermi”, uno spettacolo osceno disponibile anche ai bambini che nessuno è ancora riuscito a oscurare.
“Danno tutto agli immigrati, negli asili non c’è posto per colpa degli stranieri”