Potranno tirare un respiro di sollievo per lo spostamento all’estero di alcuni impianti della BASF di via di Salone, i comitati dei cittadini che per anni avevano sostenuto la nocività di quegli impianti. A dire il vero le polemiche si erano placate dopo che l’azienda aveva aperto le porte ai cittadini dimostrando che i sistemi adottati eliminavano i pericoli paventati.
L’ANNUNCIO – In ogni caso l’azienda globale leader nel mercato dei catalizzatori a base di metallo prezioso, ha annunciato che le attività di raffinazione e recupero dei catalizzatori chimici esausti verranno spostate a Seneca, nella Carolina del Sud (USA) entro fine 2015. Quindi dal gennaio 2016 cesseranno le attività di trattamento e raffinazione dei catalizzatori esausti nello stabilimento produttivo di Roma. In via di Salone verranno potenziate a maggior valore aggiunto quali la produzione di catalizzatori di processo e di sali e soluzioni a base di metallo prezioso, oltre alle attività di analisi del laboratorio che rappresenta un’eccellenza internazionale all’interno del mondo BASF. Ma se qualche comitato si vanterà di aver raggiunto un risultato che invece è nelle logiche di convenienza di ogni multinazionale, avranno meno da sorridere i lavoratori.
NEL DETTAGLIO – In particolare, come spiega un comunicato dell’azienda, quelli impegnati nelle attività di trattamento e raffinazione, oltre a quelli impiegati nelle funzioni di supporto collegate a queste. Si aprono così le consultazioni con i sindacati per garantire soluzioni «socialmente responsabili e, dove possibile, offrire altre posizioni all’interno del Gruppo.» Il Direttore del sito di Roma, Roberto Spaggiari ha fatto sapere che «verranno incrementate le attività di analisi effettuate dal laboratorio, recentemente ampliato e potenziato grazie all’acquisizione delle migliori tecnologie presenti sul mercato.» Inoltre saranno mantenute presso il vie di Salone «tutte le attività di customer service e di contabilità dei metalli che continueranno a fare dello stabilimento un punto di riferimento per i clienti europei della Divisione Catalizzatori di BASF.» Che, comunque la si voglia rigirare la frittata, quella di BASF rimane una scelta che va a scapito della produzione e una sorta di de-industrializzazione dell’impianto esistente che avrà dei riflessi sulla occupazione.