‘Ndrangheta, indagato l’ex capogruppo Idv Maruccio: riciclava denaro

Sei le persone arrestate. Sequestri per oltre 5 milioni d'euro

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Dalle prime luci dell’alba, i Finanzieri del Comando Provinciale e del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria di Roma stanno eseguendo 6 ordinanze di custodia cautelare tra Roma e Bergamo ed effettuando il sequestro di immobili, società e conti correnti per un valore complessivo, si legge in un comunicato della Gdf «di oltre 5 milioni di euro, contestando a 17 indagati i reati di usura, abusiva attività finanziaria, intestazione fittizia di beni e riciclaggio di denaro di provenienza illecita, aggravati dalle modalità mafiose, in quanto legati alla cosca Mancuso di Limbadi (VV). Oltre 20 le perquisizioni in corso a Roma e nelle province di Bergamo, Catanzaro e Vibo Valentia. Sequestri anche in Svizzera e negli Stati Uniti».
I provvedimenti cautelari rappresentano la sintesi investigativa ed il punto di incontro di due filoni d’indagine, condotti, in una prima fase autonomamente, dal Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e dal GICO del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma, poi riuniti grazie al coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma. Più nel dettaglio, si legge nel comunicato «gli uomini del NSPV hanno compiuto accertamenti specifici sui conti correnti dell’ex Capogruppo alla Regione Lazio dell’Italia dei Valori, Vincenzo Maruccio, arrestato per peculato nel novembre del 2012, proprio dal Valutario. Maruccio era emerso, negli approfondimenti espletati dagli specialisti del Gico, quale prestanome – unitamente a molti altri indagati (tra cui la moglie, la madre e la collaboratrice domestica del politico stesso) – di Luigi Ferruccio Bevilacqua, imprenditore di origini calabrese al quale, nell’ottobre 2009, era stata irrogata la misura dell’obbligo di dimora a Roma, anche perchè considerato vicino al clan Mancuso di Limbadi (VV). Meritevole di attenzione è la circostanza che Bevilacqua non si fosse mai effettivamente dissociato dall’ambiente d’origine, ricevendo le cd. “imbasciate” sino a Roma, ove aveva creato il suo “impero”, nonchè partecipando a riunioni in Calabria. Emblematico il contenuto di alcune intercettazioni: “…siamo sempre vicini, siamo sempre una famiglia…questo non c’è dubbio…una famiglia piena di affetto, di bontà e di trasparenza e di perbenismo…”.
Dalle complessive indagini, effettuate in stretta sinergia dal NSPV e dal Nucleo di Polizia Tributaria di Roma/GICO, è emerso come Bevilacqua, abbandonato il territorio d’origine, abbia proseguito nell’attività di usuraio, cominciando ad investire i correlati proventi illeciti nel mercato legale romano, acquisendo – fittiziamente e, appunto, tramite prestanomi – importanti e note strutture societarie romane, operanti prevalentemente nel campo della ristorazione nonchè immobili in Italia e all’estero. Nel ruolo di promotore ed organizzatore delle condotte delittuose poste in essere, Bevilacqua ha diretto tutte le attività illecite, avvalendosi dei figli nonchè di altri fidati collaboratori e soggetti compiacenti, tra cui, su tutti, il citato Maruccio e Rocco Anello, già Consigliere della Provincia di Catanzaro e candidato alla carica di sindaco di Curinga (CZ), nelle elezioni amministrative del 2013. Ciò attraverso la tecnica di intestare fittiziamente beni e di attività a terzi compiacenti, al fine di schermarne l’effettiva titolarità. Sequestrati bar, ristoranti, pescherie, attività di commercio di orologi, tutti nella zona di Piazza Bologna: queste le iniziative imprenditoriali dei Bevilacqua nella Capitale gestite attraverso una fitta rete di prestanome. Tra i locali in mano agli arrestati anche il noto ”M’addubbai” di Via Livorno. Cautelate – conclude la nota – anche 3 società di diritto svizzero, operanti nel settore immobiliare e del commercio in genere, nonchè 3 lussuose ville site a Miami Beach (Florida – Usa). L’ammontare dei beni in sequestro ammonta, allo stato, ad oltre 5 milioni di euro».

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