Spazi pubblici inutilizzati che risorgono “dal basso” dando dignità e decoro ai quartieri di periferia. E soprattutto offrendo la possibilità di offrire a basso costo attività sportive e culturali (e creando anche qualche nuovo posto di lavoro). Sono le palestre popolari, un fenomeno davvero giovane (i frequentatori non superano in genere i 35-40 anni di età, ma non mancano anziani e casalinghe) che a Roma si è silenziosamente diffuso negli ultimi anni e che oggi conta diverse esperienze di successo, oltre a un coordinamento (la Rete romana delle palestre popolari) che punta a rendere il fenomeno duraturo e organizzato su tutto il territorio cittadino. Spazi che sono a tutti gli effetti beni comuni, dimenticati o abbandonati, che vengono recuperati all’uso di tutti. A prezzi decisamente inferiori alla media, con una gestione dai costi ridotti all’osso, offrono corsi e spazi di ritrovo. Le realtà sono tante e ormai diffuse a macchia d’olio per la città. Un’esperienza che nella capitale vanta oltre dieci anni di iniziative. Una delle più belle e simbolicamente più significative è quella dedicata a Valerio Verbano, il giovane attivista di sinistra ucciso nel 1980: lo spazio di via delle Isole Curzolane nel quartiere Tufello (Municipio III) porta il suo nome. Ottenuta nel 2005 dal recupero del grande locale che una volta ospitava le caldaie delle case popolari dell’allora quartiere ghetto tra Salaria e Nomentana la palestra offre oggi numerosi corsi, tra cui quelli di “capoeira” e ospita iniziative culturali e presentazioni di libri. Dieci anni fa era ridotta a un cumulo di erbacce e rami secchi, e dato l’isolamento e la mancanza di illuminazione era diventato un riparo per i tossicodipendenti della zona e un ricettacolo di siringhe.
C’è poi al Quadraro, tra V e VII municipio, l’esperienza di via Treviri: dopo un abbandono durato quasi 45 anni lo spazio è rinato nel 2009 e oggi offre un nutrito numero di attività, dalla boxe e prepugilistica, danza del ventre e contemporanea, lezioni di yoga, breakdance, capoeira nagò, corsi di tango argentino, balli di gruppo fino agli amatissimi trattamenti Shiatsu. All’Ostiense, nel quartiere San Paolo, sorge poi la palestra “La popolare” ospitata in un capannone in via della vasca navale, vicinissimo alla terza università. Famosissima anche a San Lorenzo, la palestra popolare di via dei Volsci, soprattutto per le attività di pugilato. Molto attive anche a Cinecittà la palestra del centro sociale “Corto Circuito” di via Serafini e a San Giovanni la Scup di via Nola, da anni al centro di uno scontro tra proprietà e occupanti e spesso sulle cronache per i tentativi di sgombero e la rioccupazione dei locali.
Ancora nel terzo Municipio a Colle salario, ultima propaggine prima del raccordo anulare, un’altra palestra popolare, quella della scuola di Largo Monte San Giusto offre corsi autogestiti, attività ludiche e corsi di arrampicata. D’estate si può anche usare il campetto della struttura come palestra e spazio per ballo, parkour, free style e altre attività in stile “urban”. Tra le ultime nate c’è quella nata all’interno del Centro Sociale Occupato Autogestito Ex Snia Viscosa al prenestino. Tra le strutture che in questi anni hanno collezionato successi da segnalare la palestra popolare di via Acri, che con la Team box Roma XI proprio lo scorso ottobre si è classificata al primo posto nel torneo regionale per le qualificazioni ai campionati italiani nella categoria “youth junior”.
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