L’unità di Chirurgia due dell’ospedale Sant’Andrea di Roma chiuderà. Nessuna conferma e nessuna smentita dalla dirigenza del nosocomio di Grottarossa, ma la circolare inviata nei giorni dalla direzione generale dell’ospedale alle organizzazioni sindacali è chiara: l’intenzione sarebbe quella di procedere «alla riorganizzazione del Dipartimento di scienze chirurgiche, anestesiologiche e malattie dell’apparato».
A soffrirne sarebbe soprattutto l’Unità operativa semplice che ha maturato una grande esperienza nel settore della chirurgia del pavimento pelvico e del colon retto. Una realtà altamente specializzata che solo negli ultimi due anni ha eseguito 200 interventi di laparoscopia (specialistici con tecniche mini-invasive, per tumori e patologia funzionale) e che con questo provvedimento verrebbe di fatto smembrate confluendo nella Chirurgia 1 e in quella d’urgenza.
In questo senso è stato incisivo l’intervento, alla Camera e al Senato, dei rappresentanti del partito democratico che in un’interrogazione urgente depositata a Palazzo Madama dai senatori del Pd Claudio Moscardelli, Francesco Verducci, Manuela Granaiola, Andrea Marcucci, e a Montecitorio dalla deputata dem Lorenza Bonaccorsi hanno chiesto spiegazioni al ministro della Sanità Beatrice Lorenzin sul provvedimento.
«Il taglio previsto- si legge nell’interrogazione- rischia di mandare in fumo l’esperienza di un’equipe chirurgica altamente specializzata» spiegano i deputati e senatori, che sottolineano inoltre come la tecnica utilizzata «consente una riabilitazione in tempi brevi, con meno complicanze post-operatorie, una degenza ospedaliera ridotta, dettaglio non irrilevante per le strutture sanitarie , specie in un momento di crisi economica». Al momento poco altro si sa del provvedimento, nemmeno una data prevista è stata decisa per la riorganizzazione.