Situazione insostenibile all’ospedale Sant’Andrea di Roma, sulla via di Grottarossa. E’ l’affollamento dei pazienti in attesa la malattia che colpisce il nosocomio della zona nord di Roma. I cittadini si recano in massa in Ospedale anche per la mancanza di strutture intermedie. A denunciare la situazione è l’Ordine provinciale di Roma dei Medici-Chirurghi e degli Odontoiatri che traccia il quadro: «I cosiddetti ”barellati” ogni giorno qui sono una cinquantina» spiegano e denunciano «le condizioni stressanti in cui opera il personale, schiacciato dal carico di lavoro».
Un pronto soccorso che in un anno deve fronteggiare circa 50 mila accessi e riceve 5.500 ambulanze con codici rossi, il tutto con 18 tra medici e infermieri, tra cui dei precari da troppo tempo. In queste condizioni al pronto soccorso del S.Andrea ogni medico deve gestire mediamente 35-40 accessi a turno. «E’ un’emergenza nell”emergenza- ha spiegato il presidente Roberto Lala- che non può perdurare. Non è da paese civile. Non è soltanto una questione di dignità della persona bisognosa di cure immediate ma anche un rischio concreto per la sicurezza dei pazienti e del personale. Personale che ho trovato esasperato per le condizioni in cui deve lavorare e che minano la capacita” di attenzione e diagnosi».
Il problema nasce, ancora una volta, dalla mancanza nel territorio di strutture intermedie cui il cittadino può fare ricorso in alternativa ai pronto soccorso e di una rete informatizzata che interfacci tutte le strutture di emergenza e ricovero, comprese quelle accreditate di riabilitazione e lungo degenza. Un quadro critico che non riguarda solo il Sant’Andrea.
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