Sette anni fa il loro ultimo Natale felice, illuminato dal sorriso di Denise. Poi, ad agosto del 2007, una febbre ”sospetta” ha ridotto una bambina di 22 mesi allegra e piena di vita a un vegetale. Meningoencefalite tubercolare e” stata la diagnosi, arrivata pero” troppo tardi.
Da allora mamma Liliana, badante, ormai casalinga, e papà Vasile, operaio, aspettano la verità su quanto e” stato fatto (o non fatto) all”ospedale San Giovanni Evangelista di Tivoli per curare la piccola. Da allora aspettano una sentenza. Ma rischiano di non averla. Perche” il processo, avviato dalla denuncia presentata dai genitori di Denise nell”ottobre del 2007, è andato al rallentatore e adesso un presunto caso di malasanita” potrebbe trasformarsi anche in una vicenda di malagiustizia.
Non si è concluso nemmeno il primo grado di giudizio e la data di prescrizione è a marzo del 2015. Alla sbarra ci sono 9 medici, colpevoli, secondo l”accusa, di non avere capito che quella febbre a 39-40 che non andava giu” nonostante le medicine nascondeva qualcosa.
L’ipotesi e” quella di negligenza o imperizia, che ha portato a “lesioni colpose gravissime”, il capo d”imputazione per cui si sta procedendo (lentamente), come ha spiegato l”avvocato Roberto Pacini. “La durata delle indagini, 4 anni e mezzo, e i numerosi ostacoli sulla strada di questa vicenda giudiziaria sono davvero disarmanti. Eppure le carte parlano chiaro”.
La cosa che appare clamorosa è che a nessuno sia venuto in mente di approfondire gli esami sulla tbc, nonostante il papa” l”avesse avuta da poco: era stato dimesso l”1 agosto dallo Spallanzani di Roma, rimanendo sotto terapia. E” vero, c”e” stato un test negativo (probabilmente un ”falso” negativo, come ogni tanto capita) fatto alla bambina, ma la sua vicenda meritava ancora piu” attenzione.
Lo dicono anche le valutazioni del medico legale, perito di fiducia della famiglia, e dei consulenti della Procura che su questo concordano, parlando della necessita”, vista la situazione, di sottoporre Denise a una piu” approfondita puntura lombare o alla rachicentesi. Invece niente. Il 25 agosto, data del primo ricovero, al Pronto soccorso di Palombara Sabina, le furono prescritti solo tachipirina e antibiotici. E a casa. Cinque giorni, nessun miglioramento.
Febbre sempre altissima, vomito e calo evidente di peso. Il 30 agosto la mamma e il papa” hanno quindi deciso di riportarla in ospedale, a Tivoli: stavolta i medici di Pediatria l”hanno trattenuta, ma sempre nessuna cura per la tbc. “Poteva essere salvata- ha detto la mamma- ma in otto giorni di ricovero non sono stati in grado di capire quale era il male di Denise”.
Infatti la sera tra il 7 e l”8 settembre Denise e” finita in coma. Il trasferimento al Bambino Gesu” di Roma, dieci mesi di cure e interventi, ma quella che era una bambina vivace adesso vive in uno stato vegetativo, immobilizzata a letto. “E per noi e” cominciato un dramma”. Nella casa di Palombara il Natale non e” piu” stato lo stesso. “La sua cameretta ormai somiglia a una stanza di terapia intensiva” ha aggiunto il padre.
L’attesa per quel processo che non arriva mai nemmeno a una prima conclusione, poi, sta creando ancora maggiori dolori e difficoltà ai genitori che vogliono solo cercare di migliorare, magari con i soldi del risarcimento del giudizio civile, la condizione di Denise. Un casetta al piano terra, senza quelle scale che sono un ostacolo sempre faticoso da superare, e piu” vicina al Bambino Gesu” di Palidoro, meta dei molti spostamenti a cui sono costretti “per i controlli necessari”. Il processo penale invece, presso il Tribunale di Tivoli, potrebbe vedere aggravarsi la posizione dei 9 medici imputati se la bambina dovesse avere un irrimediabile e definitivo peggioramento: l”accusa diventerebbe omicidio colposo.
RICEVI TUTTE LE NOTIZIE SU TIVOLI DIRETTAMENTE NELLA TUA MAIL
[wpmlsubscribe list=”34″]