Umberto I: il cibo in ospedale arriva da Pomezia, disagi ai malati

L'accusa dei Cobas: si vuole chiudere definitivamente le cucine e aumentare i profitti, come al San Camillo

0
394

«Da quindici giorni i pazienti del policlinico Umberto I stanno subendo disagi nella ristorazione. La qualità del vitto è scadente, non c’è organizzazione nella distribuzione al letto dei malati e la ditta Innova continua ad attribuire tutto il disagio ai lavoratori. Ma l’unico obiettivo della ditta è portare tutto il vitto invaschettato da Pomezia per non aprire più la cucina e aumentare i profitti, come è già successo al San Camillo». E’ quanto denunciano i lavoratori delle cucine del policlinico Umberto I di Roma aderenti ai Cobas.

«Ma se questo permetterebbe all’Innova di licenziare un bel po’ di lavoratori, rispetto al vitto tutto refrigerato da Pomezia, che già stiamo sperimentando da 15 giorni, cosa migliorerebbe per l’offerta sanitaria rispetto alla sua scadente qualità?- si chiedono ancora i lavoratori- La ditta Innova ha già avuto difficoltà in altri ospedali e ci sono problematiche con il Comune di Roma in merito alla qualità in una mensa scolastica. Non si può considerare separata una vertenza come quella sulla ristorazione che deve considerare e rispondere sia ai diritti di cura dei malati che al diritto occupazionale dei lavoratori».

I Cobas, quindi, sollecitano «Zingaretti, D’Amato e tutti i funzionari della cabina di regia sulla sanità e lavoro a convocare il tavolo permanente stabilito in Regione per portar loro tutto il materiale che conferma le nostre denunce e le nostre paure per il destino della ristorazione al policlinico».

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI CINQUE QUOTIDIANO

[wpmlsubscribe list=”9″]

È SUCCESSO OGGI...