«Uno stato di emergenza senza soluzione di continuità ormai prossimo a sfociare in uno stato di allarme sociale e sanitario». Così il responsabile della Cisl Fp dell’Asl RmB, Nadia Giorgi, descrive la grave situazione vissuta presso l’ospedale Sandro Pertini. «Un bacino di utenza di 750.000 abitanti, 75.000 accessi annui al pronto soccorso, sono numeri da capogiro impossibili da contenere con una struttura ospedaliera di soli 300 posti letto se non vengono introdotte con urgenza tutte le misure utili a decongestionare il pronto soccorso che consentano di curare i malati con codici bianchi e verdi in strutture intermedie che consentirebbero una migliore assistenza ai malati gravi con codici gialli o rossi- continua Giorgi- E’ evidente che l’ospedale saturo all’inverosimile non possa accogliere pazienti, anche gravi, costretti a sostare per molte ore presso il pronto soccorso in attesa di ricovero, con reparti chiusi per mancanza di personale.
E’ grave che a conclusione dei lavori di ristrutturazione del Pertini restino ancora non utilizzati i 36 posti letto messi a disposizione». Giorgi spiega che «per garantire l’assistenza ai ricoverati si costringe il personale a turni doppi e massacranti, al limite della legalità. Ormai è superfluo parlare di carenza di personale, quello che stiamo vivendo è il declino della sanità. Un attento monitoraggio di quanto accade oggi nelle strutture sanitarie della Regione Lazio consentirebbe di individuare i problemi e correre ai ripari. Da oltre un mese anche da noi, come in tutte le strutture sanitarie del Lazio, c’è lo stato di agitazione del personale, ma nessuna risposta è pervenuta: silenzio della nostra direzione sanitaria e della Regione».
Proteste e critiche non hanno risparmiato nemmeno il San Filippo Neri, con la denuncia sempre ieri del responsabile aziendale Cisl Fp dell”ospedale San Filippo Neri, Stefano Fabbrini: «Lo stato di sovraffollamento del Pronto soccorso e lo stress lavorativo del personale, dovuto al blocco delle assunzioni costringe il personale che opera nelle aree critiche a doppi turni di 14-18 ore che spesso mettono a rischio la loro lucidità e la sicurezza del paziente».
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