Reumatologia San Filippo Neri: lunedì vertice con Zingaretti

L'annuncio dato dallo stesso presidente della Regione Lazio in risposta a una interrogazione di Francesco Storace

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Che fine faranno le cure per l’artrite reumatoide al San Filippo Neri? Se lo chiedono le associazioni del settore (Anmar, Almar, Cittadinanzattiva e Tribunale dei Diritti del Malato) che denunciano in questi giorni la scelta della Regione Lazio dopo la delibera sulla chiusura dell’ambulatorio di reumatologia dell’ospedale San Filippo Neri (progetto Antares dell’Uos del dipartimento di reumatologia) fatta, a loro dire, senza prevedere un piano di fattibilità per la continuità delle terapie. Ora «I pazienti sono abbandonati a se stessi, contattano personalmente Centri o medici per esser seguiti ma spesso ricevono un rifiuto, perché le strutture sono già oberate di lavoro», evidenzia Gabriella Voltan, presidente Anmar, Associazione Nazionale Malati Reumatici.
UN IMPORTANTE CENTRO PER LE CURE – Fino ad oggi al San Filippo Neri venivano curati 100 pazienti in trattamento con farmaco Biologico, 300 con Artrite Reumatoide 200 con Spondiloartrite e 50 con Connettivite in trattamento con farmaci diversi, inoltre l’ambulatorio effettua circa 3500 visite annuali. Con la decisione della Regione scoppia dunque l’emergenza per tanti pazienti affetti da questa malattia: le associazioni hanno chiesto la temporanea sospensione della determina della Regione Lazio che prevede la chiusura dell’ambulatorio di reumatologia del San Filippo Neri, l’elaborazione di un piano di fattibilità basato su dati reali e una immediata convocazione delle parti per un confronto nell’esclusivo interesse dei malati. Una interrogazione in consiglio regionale è nel frattempo stata presentata dal consigliere Francesco Storace e proprio ad essa oggi ha voluto rispondere il presidente della Regione Nicola Zingaretti, titolare della sanità in Regione.

L’INTERVENTO DEL PRESIDENTE ZINGARETTI – «Se il caso è esploso è evidente che ci sono problemi. Ho convocato per lunedì mattina il responsabile dell’azienda San Filippo Neri, la struttura commissariale, le associazioni dei malati, affinché ci sia una riunione per affrontare nel merito come l’applicazione di indicazioni di programmazione sanitaria non strida col diritto sovrano per garantire a tutti la pienezza dell’assistenza sanitaria». Le associazioni chiedono che si tenga in considerazione il diritto alle cure di questi malati a una soluzione duratura. Il presidente Zingaretti ha ricordato il percorso fatto finora dalla Regione Lazio: «Nel 2009 la Regione emanò il decreto con un percorso diagnostico-terapeutico per l’artrite reumatoide, indicando i centri regionali, e nel 2010 la Regione si dotò dell’Osé, un sistema di piani terapeutici on line – ha spiegato – Oggi possiamo monitorare la tipologia di pazienti, la patologia, l’appropriatezza descrittiva, prescrittiva e anche l’aderenza al trattamento. Allo stato attuale, in questo sistema sono registrati 2.643 pazienti trattati con farmaci biologici, di cui 2.597 di artrite reumatoide e 46 con artrite remautoide giovanile. Al San Filippo Neri a dicembre sono registrati 73 casi, di cui 1 con artrite reumatoide giovanile. Il decreto del commissario, che aveva l’obbligo di preoccuparsi della fase di transizione, è figlio di questa fase di programmazione ed è evidente che i vari casi appostati al San Filippo Neri non possono essere trattati come numeri ma come persone».

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