Carne bovina infetta, sequestri dei Nas nel Lazio e in tutta Italia

Coinvolta le province di Latina, Rieti, Roma e Viterbo. Gli animali erano colpiti da gravi malattie, alcune trasmissibili all'uomo

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I carabinieri del comando per la Tutela della salute hanno eseguito 78 decreti di perquisizione e sequestro, emessi dalla Procura della Repubblica di Perugia, nell’ambito dell’indagine denominata ”Lio”, condotta dai Nas di Perugia, relativa all’illecita commercializzazione di bovini infetti, con marchi auricolari contraffatti e dichiarati falsamente di razza pregiata, al fine di trarne indebiti profitti.

LE PROVINCE INTERESSATE E L’INDAGINE – Le province interessate sono quelle di Arezzo, Avellino, Bari, Foggia, L’Aquila, Latina, Lodi, Matera, Padova, Perugia, Pesaro Urbino, Pistoia, Potenza, Ravenna, Rieti, Roma, Siena, Terni, Torino, Verona e Viterbo. L’esecuzione dei provvedimenti dell’autorità giudiziaria sono il risultato di una complessa, articolata e prolungata indagine investigativa che sin dal 2011 ha visto impegnati i carabinieri del Nas di Perugia coordinati dalla Procura umbra. La prima fase dell’indagine ha portato alla scoperta di un traffico illecito di bovini colpiti da malattie infettive alcune trasmissibili all’uomo.

CARNE INFETTA – Gli animali, nati in aziende dell’Italia meridionale e insulare, venivano avviati alla macellazione grazie all’intermediazione di due aziende, una perugina e una aretina, nonché di allevatori e medici veterinari che riuscivano a far eludere i controlli sanitari facendo apparire sani i bovini. Al termine di questa prima fase (inizio 2013) sono state sequestrate 4 aziende agricole e 500 bovini vivi che sono stati abbattuti e distrutti, per un valore commerciale di due milioni e mezzo di euro. Nella seconda fase delle indagini i militari hanno ricostruito minuziosamente la vasta organizzazione criminale in cui erano a vario titolo coinvolti 56 allevatori, 3 autotrasportatori e 6 medici veterinari delle Asl del Centro-Sud (Perugia, Arezzo, L’Aquila, Foggia, Potenza e Matera) dediti alla falsificazione di passaporti e marche auricolari che permetteva di introdurre sul mercato bovini di razza ed età diverse da quelle certificate dai documenti. Sono in corso sequestri di allevamenti di bovini vivi per un valore stimato di circa 2 milioni di euro.

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