L’accusa per i due urologi romani è di lesioni colpose. A scatenare una vicenda che ha dell’incredibile, come spiega oggi il quotidiano Il Messaggero, sono stati appunto due medici di uno studio romano di urologia che cercavano di risolvere il problema erettile di un loro cliente 45enne.
LA SCELTA DEI DUE MEDICI – Per trovare una soluzione alle difficoltà del giovane uomo i due, un urologo e un andrologo, hanno deciso di somministrare attraverso iniezione una piccola quantità di prostaglandina E1. La sostanza però aveva effetti collaterali che all’uomo non sono stati spiegati e che probabilmente non si pensava agissero proprio su di lui. Le conseguenze di questa “svista” sono state incredibili ma vere, e sono durate per oltre un mese in diversi episodi, proprio quando l’uomo si accingeva a vivere i suoi minuti più intimi. Arrivato al momento tanto atteso l’uomo non mostrava più i vecchi problemi di mancata erezione, ma anzi scopre improvvisamente di avere un altro ben più grande. L’erezione non scompare, anzi resta per ore ed ore (fino a 36) provocando soprattutto dolore, oltre che imbarazzo.
ORE DI SOFFERENZA E DOLORE – Dopo ore di sofferenza l’uomo si reca in pronto soccorso a Roma dove gli viene diagnosticata la problematica e individuate le lesioni procurate dallo stato perdurante. Dall’impotenza al priapismo, dunque. Una brutta esperienza che ha spinto l’uomo a denunciare i medici cui si era affidato con l’accusa di “negligenza e imperizia”. Ora un fascicolo è aperto presso la Procura della capitale e presto si saprà se e come i due geni della medicina dovranno risarcire il danno al povero paziente, passato in poche ore da “amante insoddisfatto” a “fenomeno da baraccone”.
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