Secondo gli ultimi dati il Lazio è al quarto posto fra le regioni d’Italia per incidenza del cancro al colon e al secondo per mortalità. L’incidenza globale è pari a 58 casi per 100mila abitanti, con un picco tra 75 ed i 79 anni per i maschi e tra gli 80-84 nelle donne. Se ne discute oggi nel congresso nazionale ”Nuovi trend in chirurgia colo-rettale”, presso il policlinico Tor Vergata di Roma.
I DATI NEL LAZIO – Nel Lazio la sopravvivenza è correlata con lo stadio della malattia al momento della diagnosi, ed è di circa il 95% a 5 anni nei pazienti con cancro localizzato; del 70% in quelli con malattia regionale e del 9% nei pazienti con malattia metastatica. Alla diagnosi il 35% dei pazienti presenta un tumore localizzato; il 38% una malattia regionale; ed il 22% presenta metastasi. “Recenti stime della mortalita” per il tumore del colon retto- aggiunge il professor Pierpaolo Sileri del’università Tor Vergata di Roma- indicano per il Lazio valori di circa 17 morti ogni 100.000 maggiore per gli uomini (24) ed inferiore per le donne (13). La sopravvivenza a 5 anni si colloca fra il 58 e il 60% per ambedue i sessi, per cui, secondo i registri tumori, quasi 300.000 cittadini italiani vivono con una pregressa diagnosi di cancro colo-rettale, di cui circa 50.000 nella regione Lazio”.
POSSIBILE LA DIAGNOSI PRECOCE – Il cancro al colon, spiegano gli esperti, è una malattia che ha un’incidenza importante, soprattutto per adulti e anziani, ma consente la possibilità di una diagnosi precoce e di una prevenzione. Se riusciamo a individuare la presenza di polipi nel colon, basta un semplice intervento endoscopico per toglierli, impedendo così la trasformazione in cancro. Questa prontezza d’intervento garantisce una spesa economica, sia dello Stato che del singolo cittadino, di gran lunga inferiore rispetto alla stessa se lo stato della malattia diventasse conclamato.
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