L’ebola arriva in Europa. Da Pomezia 10mila dosi

Scoperto a Madrid un caso. Pronte le misure di sicurezza

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L’incubo Ebola arriva anche nel continente europeo. Un’infermiera spagnola di Madrid è stata infettata dal virus dell’Ebola. A scrivere la notizia è il prestigioso quotidiano spagnolo El Paìs, precisando che si tratta del primo caso di infezione fuori dall’Africa, il primo in Europa. L’infermiera, scrive il quotidiano su suo sito, faceva parte della squadra che ha curato il missionario spagnolo Manuel Garcìa Viejo, morto il 26 settembre all’ospedale Carlos III della capitale. È stata proprio lei ad occuparsi di lui quando è stato colpita da febbre provocata dall’Ebola. Secondo fonti del ministero spagnolo della Sanità le due analisi effettuate sulla donna, di cui non è stata rivelata l’identità, hanno avuto esito positivo.

VACCINI DA POMEZIA – Le prime notizie su uno dei vaccini contro il virus Ebola si erano diffuse alla vigilia dell’estate e allora i riflettori si erano accesi su Okairos, con sede in Svizzera e laboratori a Napoli (presso Ceinge) e a Pomezia (in joint venture con l’Irbm Science Park). Circa 10mila dosi del prodotto saranno pronte entro dicembre per estendere le sperimentazioni già avviate nelle scorse settimane negli Stati Uniti e in Gran Bretagna. Le misure di sicurezza per il trasporto sono complesse: «Lo realizzeremo e lo invieremo, via aerea in contenitori refrigerati e controllati dove sarà necessario», spiega al Corriere della Sera Riccardo Cortese, ceo Okairos, biologo molecolare, fondatore di Okairos, considerato il «padre» del nuovo vaccino: fu sua l’idea di creare la società a Pomezia, abbandonando altri lavori sicuri per seguire la propria intuizione: sviluppare vaccini non da frammenti ma dall’intero virus, «inserito» in un adenovirus.

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