Dopo i tre casi sospetti a Madrid e l’allerta lanciato dal ministro della Salute anche a Roma è scoppiata l’allerta ebola. Ieri mattina un nigeriano di 49 anni è stato ricoverato nel reparto di malattie infettive dell’Istituto Spallanzani. Aveva la febbre alta e i medici lo hanno sottoposto alle analisi per escludere un caso di Ebola.
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LE ANALISI – Dalle prime analisi effettuate l’uomo risulta affetto da malaria. Il protocollo previsto dal Ministero della Salute è stato attivato perché si trattava di un caso sospetto e perché il paziente proviene da una delle aree a rischio. «La Nigeria è virtualmente un paese “ebola-free”, non ci sono più casi da oltre 21 giorni – spiega Nicola Petrosillo, direttore dell’Uoc Infezioni Sistemiche al Messaggero – l’uomo è arrivato ieri all’ospedale San Giovanni di Roma con febbre alta, e come precauzione è stato portato qui, ma è escluso che abbia il virus».
Il paziente, ha spiegato l’esperto, è arrivato da qualche giorno dalla Nigeria, ma proveniva da una zona dove non si sono verificati casi. «In Nigeria il virus è stato portato da un singolo paziente liberiano – spiega Petrosillo, che è stato nel paese a metà agosto come consulente dell’Oms – e ha fatto casi a Lagos e Port Harcourt. Ora non ci sono più casi, ma l’Oms aspetta due volte il periodo di incubazione del virus prima di dichiarare che nel paese l’epidemia è finita».
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