Tivoli, legata a una barella muore dopo 4 giorni. Scontro Asl-famiglia

L'incredibile storia di una signora arrivata al pronto soccorso con un'insufficienza renale

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Sta facendo il giro del web la storia di una donna di 72 anni morta nei giorni scorsi all’ospedale di Tivoli dopo un lungo calvario.

LA FAMIGLIA –  “Gisela a 72 anni è morta di abbandono”, denuncia Silvia Gordiani, un’impiegata 37enne e amica di famiglia al quotidiano La Repubblica, che riporta ampiamente la vicenda. La donna si è spenta lontano dalla sua Augsburg (Augusta). “Prima che entrasse in coma, tramite l’assicurazione volevamo trasferirla in un ospedale tedesco, in Baviera, ma nessuno – racconta ancora Gordiani – ha saputo darci indicazioni.Neanche alla direzione sanitaria”.. Il calvario di Gisela inizia giovedì 12 marzo. La donna ha un mancamento, sviene e batte la testa. Viene soccorsa nella sua villa di Poli (Tivoli), dove da 30 anni divide il suo tempo tra Italia e Germania. Viene visitata all’ospedale di Palestrina e dimessa. “Le hanno detto che stava bene – aggiunge Gordiani – invece la notte seguente ha avuto un altro collasso. Il 13 marzo mio padre l’ha trovata svenuta con una ferita alla testa. Ha chiamato il 118 ed è stata trasportata all’ospedale San Giovanni Evangelista”. Dove arriva alle 10.12, come registrato sulla cartella clinica. “Dopo ore di attesa – accusa l’amica – è stata adagiata su una barella e abbandonata lungo un corridoio con i polsi legati alle sbarre del letto. Aveva un’insufficienza renale, ma è rimasta così per quattro giorni, finché nel corso dell’ennesimo esame non ha avuto un attacco cardiaco ed è entrata in coma”.

L’ASL – Siamo vicini alla famiglia che ha perso un suo caro, l’operato clinico è stato congruo ed opportuno”, questa la dichiarazione del direttore del Pronto Soccorso dell’ospedale di Tivoli, Ugo Donati, in merito alla vicenda della signora tedesca deceduta lo scorso 24 marzo.

“La donna – ricostruisce Donati riepilogando le 13 pagine di cartella clinica – è arrivata al Pronto Soccorso il 13 marzo e vi è rimasta fino al 16 marzo. Come tutte le persone che attendono un posto letto – a causa della cronica carenza di posti letto a livello regionale – è stata ospitata nel corridoio del reparto e contenuta per un breve lasso di tempo da fasce atraumatiche per evitare che potesse provocarsi delle ferite visto il suo forte stato di agitazione. Dal momento dell’ingresso in Pronto Soccorso, fino al ricovero in Rianimazione, dopo essere stata in Unità terapica cardiologica, alla donna sono state effettuate cinque batterie di analisi, quattro Tac al cranio e due total body, una consulenza neurologica, una psichiatrica e una anestesiologica. In riferimento alla volontà dei parenti di trasportarla in un ospedale in Germania attraverso un’assicurazione privata (un viaggio di oltre cinque ore), alla luce dell’arresto cardiocircolatorio della donna avvenuto proprio durante una Tac di verifica per valutare l’opportunità del trasferimento, il medico del Pronto Soccorso di turno ha espresso le dovute controindicazioni. Purtroppo la paziente, dopo il ricovero, si è spenta, nonostante il lavoro e la dedizione di medici ed infermieri”.

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