Una donna colpita da ictus e una deceduta. La procura di Roma ha aperto un’inchiesta sull’uso della fenilpropanilamina, sostanza anoressizzante molto pericolosa.
LA NORMATIVA – Il farmaco è stato ritirato dal commercio ai primi del 2000 ma è somministrabile sotto forma di capsule. L’inchiesta della procura punta ad accertare le ragioni di questa duplicità nella normativa. Secondo quanto riportato da Corrire.it gli accertamenti sono coordinati dallo stesso procuratore aggiunto delle colpe mediche, Leonardo Frisani, e si basano sull’esposto presentato da Michele Marzulli, un padre in lotta contro gli anoressizzanti in seguito alla perdita del figlio (si era sottoposto a una cura a base della simile fendimetrazina). Il magistrato non ha ancora formulato ipotesi di reato né iscritto nomi nel fascicolo.
LE RIVELAZIONI AL CORRIERE.IT – «La Food and Drug Administration ha evidenziato i rischi della fenilpropanolamina fin dal 1990, può procurare un’emorragia cerebrale» dice Frisani al Corriere.it. «Per le statistiche è accaduto a ben 24 persone, mentre altre 8 sono decedute e 8 ancora sono state soggette a convulsioni». E sulla normativa il magistrato sottolinea: «È poco chiara. Bisogna arrivarci interpretando articoli diversi». «Un altro è il Baby Rinolo revocato nel 2003 e riformulato» aggiunge Frisani. «Il nostro compito è semplicemente accertare delle responsabilità. Lo stesso ministero non è in grado di formulare la risposta secca che volevamo e ricorre alla formula.incerta del ‘si ritiene’».