Bloccati in Congo per un’adozione. Il dramma di una coppia di Marino

Dal 25 settembre le autorità africane hanno interrotto le procedure. Comune e Governo tentano una mediazione

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Alessandra Carotenuto non molla. E’ una dei genitori adottivi italiani presenti nella Repubblica Democratica del Congo e in attesa di tornare a casa con i loro bambini. Insieme al marito, Antonio D’Avino, da pochi giorni rientrato in Italia, lo scorso 13 novembre era volata a Kinshasa per abbracciare il piccolo Moise e portarlo a casa dalla sorellina che lo aspetta con ansia.

Le coppie, legalmente riconosciute come genitori dei piccoli grazie all’espletamento di regolari quanto rigorose procedure di adozione, dovevano solo ottenere il nulla osta per uscire dal Paese e tornare in Italia. Dal 25 settembre scorso, però, le autorità governative congolesi hanno decretato la sospensione delle adozioni internazionali fino al settembre del 2014, per la riesamina delle procedure in seguito a segnalazioni di pregresse possibili irregolarità che, tuttavia, non riguardano l’Italia.

«Insieme all’intera comunità marinese – affermano il vice sindaco Fabrizio De Santis con l’assessore alla Cultura e Pubblica Istruzione Arianna Esposito – seguiamo con attenzione e vicinanza la vicenda di Alessandra e Antonio. Con la speranza di poterli accogliere quanto prima a Palazzo Colonna con Moise e la sua sorellina».

Ad affiancare la coppia marinese nella sua volontà di dare il benvenuto in famiglia al bambino, orfano della provincia del Sud Kivu, è l’associazione I Cinque Pani che, già dall’aprile scorso, è pronta con le documentazioni e le autorizzazioni del caso. Nella stessa situazione della coppia marinese anche coppie francesi, belghe, canadesi, americane oltre ad altri genitori provenienti dalla Capitale e da diverse regioni italiane.

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