Bimbi poveri, poco lavoro, casa troppo cara: ecco le povertà di Roma

Presentato giovedì il terzo rapporto della Comunità di Sant'Egidio

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Famiglie, bambini e disabili i più colpiti dalla povertà: ecco il terzo rapporto a 360 gradi sulle povertà di Roma realizzato dalla comunità di Sant’Egidio. Un appuntamento che cade in concomitanza con l’anniversario dei 40 anni dello storico convegno sui “Mali di Roma” e che mostra dati allarmanti specchio dei tempi della crisi che viviamo.

LAVORO. Cresce la disoccupazione nel Lazio e colpisce in particolare la fascia giovanile, ma anche gli over 45: Roma detiene il record di giovani disoccupati, mentre nell”intera regione il fenomeno riguarda il 40 per cento dei giovani. Non va meglio agli ultraquarantenni, tra i quali i disoccupati toccano la soglia dei 50mila. E sul fronte lavoro aumentano i disoccupati, soprattutto tra i giovani, e il relativo disagio. Sul fronte imprenditoriale il sistema romano, pur confermando una capacità di tenuta superiore alla media nazionale, sconta gli effetti di una progressiva contrazione dell’attività economica, salvata in parte dall’apporto della componente immigrata. La regione Lazio, infatti, nel primo trimestre 2013 si colloca al quarto posto tra le regioni con un maggior numero di disoccupati (al 30 giugno il numero di disoccupati si assesta attorno alle 251.000 unità, dato Istat).

CASA. Il Lazio al 31 dicembre 2013 risulta essere la regione più cara d’Italia, con un prezzo medio di affitto al mese pari a 1276 euro, circa il 9,7 per cento in più rispetto giugno, ma meno del 4% rispetto a dicembre. A Roma nel 2013 ci sono state circa 7.800 sentenze di sfratto (1.200 sfratti eseguiti al 31 settembre 2013). Tra i fenomeni nuovi il fatto che nei Comuni della provincia le richieste di esecuzioni (circa 500 al mese) per la prima volta sono uguali o maggiori rispetto a Roma. Più dell’80 per cento degli sfratti sono per morosità incolpevole.

MINORI. Secondo lo studio, a Roma vivono 910 mila minori, ma manca una rete adeguata per andare incontro alle loro esigenze. In particolare parlando di indigenza sono 30mila a Roma i bambini in povertà assoluta. I dati arrivano dal Campidoglio ma anche dal Censis che afferma nel suo ultimo rapporto Censis, come siano ancora di più nel Lazio i bambini che soffrono di indigenza alimentare: 37mila, pari all’8,69%. Un dato che colloca la regione al quarto posto in Italia, dietro Campania, Sicilia e Lombardia. La crisi economica trasforma anche le abitudini e gli stili di vita Si risparmia sul cibo e sulle cure mediche. Ne e” riprova l”aumento della distribuzione di generi alimentari nelle strutture caritative, ma anche quello di farmaci. Il Banco farmaceutico ha distribuito agli enti di volontariato, 8 milioni di farmaci in Italia nel 2013, mentre erano 2 milioni nel 2007. Difficoltà segnalate, numeri alla mano, anche per la mancanza di posti negli asili a Roma e per la condizione dei piccoli stranieri di etnia Rom e non solo.

NELLE MENSE. Altro dato sconcertante ma realistico è quello sul numero degli italiani presenti ogni giorno alle mense caritatevoli della città. Aumentano infatti del 20 per cento a Roma le persone che si rivolgono alle mense convenzionate con il Comune: nell’ultimo anno si è passati da 13-15 mila ospiti a 16-20 mila. E tra chi si mette in fila per un pasto caldo ci sono sempre più italiani, uomini e donne del ceto medio risucchiati dalla crisi, tanti anziani e persone che hanno subito un evento avverso e che non sono riuscite a superarlo.

STRANIERI ANZIANI. Quanto agli stranieri il rapporto evidenzia anche una nuova domanda di protezione sociale, quella degli stranieri che sono divenuti anziani: solo a Roma essi rappresentano il 6,3 per cento della popolazione straniera residente. «È una fascia di popolazione che rischia di avere ancora meno diritti di quella dei coetanei italiani» si legge. Secondo Sant’Egidio, come evidenziato anche dal Cnel, la crisi economica ha inciso anche sul potenziale di integrazione. Da questo punto di vista Roma si colloca all’82esimo posto, tra le 103 province italiane. In generale poi, come spiega il rapporto, Roma è luogo fondamentale per vivere o “sopravvivere” per gli immigrati, sia che abbiano un lavoro, sia che lo abbiano perso.

IMMIGRATI. La popolazione immigrata residente nel Lazio, in rapporto a quella totale, si colloca oggi al 9,5 per cento (sesto in Italia) e Roma è infatti la prima provincia italiana, con una percentuale di stranieri che si attesta al 10,6 per cento. «Se è vero che per una parte degli immigrati il Lazio diviene la regione di definitiva residenza – spiega il rapporto – per una restante parte di essi rappresenta un segmento di un lungo viaggio verso altri territori. In questo processo non va dimenticato come Roma assuma, per tanti stranieri, la vocazione di apprendistato alla vita italiana, divenendo una sorta di laboratorio privilegiato d’integrazione. Roma è la prima tappa dell’inserimento sociale e lavorativo degli stranieri provenienti dall’estero, ma anche dalle aree meridionali del Paese».

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