Morì di tumore per partorire: oggi il ricordo di Chiara al Divino Amore

Nel popolare santuario sulla via Ardeatina la giornata dedicata Chiara Corbella Petrillo a due anni dalla morte

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A Roma Chiara la conoscono in moltissimi, negli ambienti delle parrocchie ma non solo. Perché quella di Chiara Corbella Petrillo, morta nel 2012 a 28 anni per un tumore dopo aver partorito il terzo figlio, è una storia toccante e vera. Una storia dei giorni nostri che fa riflettere e sperare, e che interroga.

FOLLA AL DIVINO AMORE PER RICORDARE CHIARA – Oggi al Divino Amore centinaia di persone si sono radunate per ricordare la sua figura, si sono strette nel ricordo e hanno celebrato insieme una messa officiata da Padre Vito D’Amato per ricordare la storia e l’esempio di questa donna, di suo marito e della sua famiglia. Una storia di fede e di amore che in molti hanno potuto conoscere negli ultimi due anni, oltre alle testimonianze dei tanti amici di Chiara, grazie al libro “Siamo nati e non moriremo mai più”. La storia di Chiara, cittadina romana del quartiere Aurelio, è quella di tante coppie innamorate: un fidanzamento lungo e a tratti travagliato iniziato all’età di 18 anni con Enrico, l’amore e poi la conferma delle loro scelte nel matrimonio.

LA NASCITA DEI PRIMI DUE FIGLI – Poi la nascita dei primi due due figli, Maria Grazia Letizia (nata con una anencefalia, una grave malformazione congenita del cervello per cui il neonato è privo in parte o del tutto dell’encefalo e morta poco dopo la nascita) e Davide Giovanni (nato senza gambe e morto anche lui poco dopo la nascita) fino alla terza gravidanza, fortemente voluta dopo i due dolorosi tentativi di diventare genitori. E’ qui che Chiara e suo marito Enrico vengono nuovamente a contatto con la paura, data da un tumore alla lingua che lei scopre di avere proprio nel corso della gravidanza. Chiara, credente e fiduciosa, decide di preferire di mettere a rischio la sua vita piuttosto che curarsi e interrompere la gravidanza.

LA SCOPERTA DELLA MALATTIA E LA SCELTA DI CHIARA – La grandissima voglia di vita che animava i due sposi e soprattutto Chiara ha saputo superare la paura di morire e il rischio, fondato, di non poter superare quella malattia ormai in stato avanzato. Chiara partorì Francesco, nato sano, poi ha affrontato la malattia con le cure necessarie e i cicli di chemioterapia, ma non ce l’ha fatta. Oggi al Santuario del Divino Amore una gran folla di amici, conoscenti e persone che sostengono i valori di Chiara e suo marito Enrico si sono stretti attorno a loro, ricordando una storia che in poco tempo è diventata emblema dell’amore per la vita.

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