Le 52 famiglie dei dipendenti Unicoop Tirreno e della società Cooplat, in forza lavoro dal 2009 presso il Centro Commerciale Tiburtino di Guidonia, hanno scritto una lettera aperta a Papa Francesco. “L’azienda per la quale lavorano – si legge in una nota – senza nessun avviso, ha deciso di cedere il punto vendita, non dando garanzie sulla continuità occupazionale. Ora, queste famiglie sono disperate”.
LA LETTERA – Di seguito la lettera: “Sua Santità, a scriverle sono 52 famiglie di dipendenti. Chi in cooperativa da 5, chi da 10, chi da 20 anni e più. Anni di stipendi certi, questo è vero, ma anche di tanti sacrifici, troppe domeniche a lavoro, troppe festività lontano dai familiari. Non sentiamo di attribuire a noi stessi le colpe di questa crisi economica, avendo sempre svolto il nostro dovere con impegno e professionalità. Eppure qualche giorno fa, a ciel sereno, ci giungono notizie da ambienti esterni di una cessione del nostro punto vendita ad un altro gestore commerciale. Alle nostre ripetute richieste di chiarimento, l’azienda non risponde, se non dando appuntamento ai sindacati riconosciuti a data da destinarsi. Santità, può immaginare le nostre paure su chi assorbirà il personale, se lo assorbirà, e sul come e con quali criteri, sulla nostra stessa azienda, se metterà il personale completo in cassa integrazione, o se lo costringerà ai licenziamenti dando nuove destinazioni troppo lontane dalle residenze. Ma ancor di più, ci chiediamo se meritiamo un trattamento di questo genere, come se fossimo merce di scambio, quella stessa merce che ogni giorno carichiamo per i nostri soci. Santità Le chiediamo una preghiera di conforto ed una parola concreta affinché la nostra voce corale non rimanga inascoltata. Ci aiuti a farla emergere dall’oblio, l’oblio delle nostre paure”.
RICEVI TUTTE LE NOTIZIE SU GUIDONIA DIRETTAMENTE NELLA TUA MAIL
[wpmlsubscribe list=”4″]