«Stavo passando dalla piazza da cui passo sempre per tornare a casa, quando a un tratto ho sentito una voce: era una persona che mi ha chiesto se fossi antifascista. Io non me l’aspettavo assolutamente, gli intenti erano provocatori anche se non ho risposto alla provocazione, l’unica motivazione che ha fatto scattare lo sconosciuto è stata la risposta senza alcuna perplessità, da cittadino italiano, che ho dato alla sua domanda».
IL RACCONTO – Comincia cose il racconto di G.T., lo studente 18enne aggredito a piazza Epiro nella notte del 28 giugno da militanti di estrema destra e che stamattina, insieme ai suoi familiari, ha incontrato il sindaco di Roma, Ignazio Marino, nel suo studio in Campidoglio. Il ragazzo, che per sicurezza non ha voluto essere ripreso in viso dalle telecamere e dai fotografi presenti, ha spiegato di aver provato a parlare con quella persona «cercando di capire cosa volesse da me, ho provato a iniziare una conversazione sulla storia dell’antifascismo ma lui non ne voleva assolutamente sapere e ha continuato a ripetere in maniera ossessiva che essendo antifascista non devo andare in giro, e che quindi non mi posso permettere di essere un normale cittadino italiano che pensa». Poi, improvvisamente, l’aggressione:
IL TERRORE – «A un certo punto, dal nulla, ho sentito dei passi, e ho avuto appena il tempo di vedere tre persone, ma sicuramente erano di più, avvicinarsi correndo dietro di me e darmi un cazzotto rompendomi gli occhiali e il setto nasale. Poi hanno iniziato a darmi calci, io sono riuscito quasi subito a rialzarmi e a scappare ma loro hanno continuato a inseguirmi, salvo poi fermarsi perché ero stato soccorso da un ragazzo che stava portando a spasso il cane». Due di loro, però, «sono tornati indietro a volto scoperto arrivando a giustificare davanti al ragazzo il motivo della reazione, con dei pretesti assolutamente assurdi. Il ragazzo, irritato dalle loro risposte, li avverte di aver chiamato la polizia. A quel punto gli aggressori sono entrati in ansia e se ne sono andati».
L’AGGRESSIONE GRATUITA – Per G.T. «è stata un’aggressione totalmente gratuita, pensavo si aspettassero che io rispondessi a una provocazione ma io non ho mai risposta in maniera violenta. Non credo sia un episodio isolato, fatti del genere purtroppo avvengono sempre più spesso e la stessa piazza è teatro di aggressioni. Loro sono sicuri, spesso sbagliando, di restare impuniti. Il loro è un piccolo terrorismo e credo sia necessario combattere queste persone». Il ragazzo non ha chiesto al sindaco «nulla di particolare, si tratta di giustizia. Marino mi ha dato il suo appoggio, come è normale che sia, ma è importante che la cittadinanza reagisca e sia sempre forte nei confronti di questi avvenimenti, questo è avvenuto e io sono grato di tutto il sostegno che ho ricevuto».
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