Era il 24 dicembre del 2014 quando i finanzieri del Nucleo speciale di polizia valutaria di Roma sequestrarono 10 milioni di euro di beni nei confronti di un famoso notaio della Capitale, Luigi D’Alessandro, artefice di una maxi-fode per operazioni inesistenti che durava da oltre dieci anni. Adesso il Comune di Roma ha chiesto l’assegnazione di uno di quei beni, lo stabile confiscato in via dei Reti 27 per destinarlo a famiglie in emergenza abitativa. Si tratta di un edificio di quattro piani per cinque unità abitative nello storico quartiere di San Lorenzo, con tredici stanze, bagno indipendente e altri servizi comuni.
L’ANNUNCIO DELLA DANESE – A darne l’annuncio, in merito alla delibera di Giunta approvata oggi, l’assessora alle Politiche sociali e abitative di Roma, Francesca Danese, che ha ringraziato il suo collega alla Legalità, Alfredo Sabella, e il prezioso lavoro del giudice Guglielmo Muntoni che segue l’intera vicenda dei beni confiscati per conto della Procura. «È un’ulteriore passaggio per i percorsi di nuova legalità e giustizia sociale intrapresi da questa Giunta – ha detto – all’indomani dell’inchiesta Mafia Capitale non è la prima “sorpresa” da parte del giudice Muntoni per restituire il maltolto più velocemente possibile a cittadini e cittadine romane, tante persone che aspettano casa, ad esempio». «In questi giorni – ha proseguito – vediamo il dramma dell’inapplicabilità della regola della morosità incolpevole. È farraginoso mettere insieme le regole previste dal pacchetto Lupi perché lascia fuori categorie svantaggiate, 50enni che hanno perso il lavoro o anziani, categorie escluse. Ho parlato a lungo con Muntoni di emergenza abitativa. Il passaggio di restituzione dei beni sarà velocizzato».
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