Sono oltre 500mila i cittadini stranieri residenti nell’intera Città Metropolitana, pari a oltre un decimo del totale nazionale. Di questi, più di 350mila vivono nel comune di Roma. Ma da dove vengono? È il tema della ricerca ”Roma-Italia. Dimensioni transcontinentali dell’immigrazione.”
LO STUDIO – Promossa dall’Istituto di studi politici San Pio V, in collaborazione con il Centro studi e ricerche Idos, lo studio ha analizzato le due comunità più numerose per continente tra i residenti stranieri nel Comune di Roma Capitale. I romeni sono 51.828 e gli ucraini 2.026 per l’Europa. Se guardiamo alla provenienza dall’Africa gli egiziani sono 3.770 e i marocchini 1.998. A seguire gli atri continenti. I filippini 14.800 e i bangladesi 3.754 per l’Asia, i peruviani 5.647 ed ecuadoriani 2.805 per l’America Latina.
NUMERI TRIPLICATI – La ricerca evidenzia come nell’ultimo decennio la presenza di cittadini immigrati nell’area della provincia di Roma si è triplicata. Alcune collettività sono cresciute di più rispetto alla media, come i bangladesi aumentati di oltre otto volte nel Comune di Roma tra il 2004 e il 2014, gli ucraini, quasi sette volte di più, e i romeni cinque volte di più. I filippini e i bangladesi, inoltre, si distinguono per una forte concentrazione nel Comune di Roma rispetto al resto d’Italia, infatti oltre 1 su 4 vive nella Capitale, mentre la percentuale sale a oltre 9 su 10 se si considerano i connazionali presenti nel Lazio, contro una media relativa all’intera presenza straniera di 6 su 10.
LE REAZIONI – Per Ugo Melchionda, presidente di Idos, «il potere di attrazione di Roma è rimasto pressoché intatto, nonostante la crisi, anche perché i servizi alla persona e il commercio trainato dalla vocazione turistica della Capitale, sono stati ”settori rifugio” per i lavoratori migranti». Quello che la ricerca non spiega sono i livelli di integrazione delle comunità extraeuropee e i margini di clandestinità che potrebbero far lievitare e di molto, le cifre riportate. Resta il fatto che anche Roma, come molte altre capitali europee e mondiali, va assumendo un aspetto multietnico decisivo anche per il tessuto produttivo dell’area metropolitana come testimoniato da altre indagini.