Angelica di Palestrina la «seconda madre» di Carlo Verdone

La donna era una collaboratrice domestica della “Casa sopra i portici” sul Lungotevere dei Vallati

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Carlo Verdone ricorda nel suo libro la domestica Angelica di Palestrina

Collaboratrici domestiche, donne di servizio o semplicemente cameriere. Tanti termini che nel corso degli anni hanno identificato coloro che lavorano presso le case di gente benestante, ricca, e che spesso sono anche custodi di segreti e aneddoti. Ci sono collaboratrici domestiche di passaggio, e quelle che invece restano nel cuore di coloro che hanno cresciuto e assistito.

ANGELICA DETTA ICCA – E’ il caso di Carlo Verdone, il popolare attore romano che alle donne di servizio di “Casa Verdone-Schiavina” dedica un capitolo del suo libro “La casa sopra i portici” (edito da Bompiani, 2012). Verdone in questo libro racconta la sua adolescenza, la sua famiglia che per anni ha abitato sul Lungotevere dei Vallati. Un libro pieno di foto, di ricordi, di storia.

E una di queste collaboratrici domestiche, sicuramente la più importante, è Angelica detta Icca di Palestrina (poi trasferitasi a vivere sulla Cassia), a servizio fisso. Verdone la ricorda come «una seconda madre» che gli narrava favole spesso ambientate nel frusinate, e che «ebbe un ruolo fondamentale per quella che sarebbe divetata la mia sensibilità creativa».

Proprio in una giornata con Angelica, che era protestante, il piccolo Carlo creò il parapiglia in famiglia e a scuola perchè disse che la Madonna non esisteva e che era un’invenzione. Angelica restò presso casa Verdone fino al 1962, quando si sposò, per poi tornare a salutare Carlo, suo fratello Luca e sua sorella Silvia 20 anni dopo e trovarli tutti cresciuti e realizzati, e ricordando una bastonata in testa che gli diede proprio Carletto.

Una foto immortala quella visita, con Angelica che si congeda dicendogli: «Voi pe’ me resterete sempre i miei piccoletti».

LE ALTRE DOMESTICHE – Non c’è stata solo Angelica in casa Verdone-Schiavina, ma anche Zelinda di Campo de’ Fiori «donna del popolo che portava saggezza romana» e che forse ha ispirato anche la figura del prete di “Un sacco bello”; Maria della provincia di Caserta, la giovane Elisa sempre della provincia di Roma con cui Carlo racconta di aver avuto un piccolo episodio erotico, Jolanda e Novilia di Siena.

 

(Nella foto Carlo Verdone in braccio ad Angelica, scatto tratto dal libro “La casa sopra i portici” ed. Bompiani)

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